Gaza: elettricità e farmaci in esaurimento
Il deterioramento della situazione socioeconomica in cui versano gli abitanti della Striscia di Gaza passa anche attraverso il tracollo dell’interno sistema sanitario. Il sistema pubblico di assistenza sanitaria di Gaza ha esaurito a gennaio la disponibilità di 206 tipologie di farmaco, circa il 40 per cento dei farmaci inclusi nell’elenco sanitario basico disponibile per i palestinesi dell’enclave. Altri 27 farmaci dei 516 inclusi nell’elenco, circa il 6 per cento, stanno per esaurirsi o finiranno nel giro di pochi giorni o settimane.
“La carenza di medicine incluse nel paniere di base è un fenomeno che va avanti da anni a Gaza”. Lo ha dichiarato il capo della sede di Gaza dell’Organizzazione mondiale della sanità, il dottor Mahmoud Daher. “Mentre in passato mancava il 25 per cento di questi articoli, dall’inizio del 2017 la proporzione è aumentata: siamo già al 46 per cento”, denuncia Daher aggiungendo che sarebbero necessari 18 milioni di dollari per rifornire immediatamente le forniture mancanti.
Gaza: crolla anche il sistema sanitario
L’indisponibilità di farmaci non è l’unica difficoltà che deve affrontare quotidianamente la popolazione di Gaza. Di più di 800 articoli che comprendono differenti attrezzature mediche, sarebbero almeno 200 quelle inutilizzabili dalla fine di gennaio, la maggior parte delle quali utili per il trattamento di tumori e malattie autoimmuni oltre che per la dialisi.
Negli ultimi mesi l’attenzione della comunità internazionale si è concentrata principalmente sulla scarsità dei rifornimenti di energia elettrica nella Striscia di Gaza, disponibile per circa 4-8 ore al giorno nel migliore dei casi. Il problema elettrico ovviamente ha influito sull’efficienza del sistema sanitario che ha dovuto fare affidamento ai generatori e a una scorta di carburante di emergenza.
Secondo quanto riportato dall’Organizzazione mondiale della sanità in un report pubblicato lo scorso gennaio, almeno 1.715 pazienti rischieranno la propria vita se gli ospedali dovessero esaurire i rifornimenti. Nello stesso rapporto si legge che le strutture ospedaliere potrebbero rimanere senza energia entro la fine di febbraio o al massimo arrivare fino al mese di marzo. Anche l’Ocha, agenzia delle Nazioni Unite, concorda nel definire la crisi elettrica e sanitaria di Gaza al limite del disastro umanitario se non si dovesse intervenire in tempi stretti. Nel frattempo la politica israeliana continua a essere assente e sorda rispetto alle richieste degli abitanti di Gaza e continua a proibire e limitare i movimenti da e per la Striscia nonostante l’imminente collasso.
di Irene Masala