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Gaza, Ambasciatore Iran: “Occidente complice dei massacri”

Intervista dell’Ambasciatore della Repubblica Islamica dell’Iran in Italia, Mohammad Reza Sabouri, alla rete televisiva La 7, sulla guerra in corso nella Striscia di Gaza.

Chi dovrebbe fare il primo passo per evitare l’escalation della tensione?

Per rispondere a questa domanda dobbiamo tornare indietro nella storia. Le radici dell’operazione tempesta di Al-Aqsa del 7 ottobre dovrebbero essere ricercate negli sviluppi della storia del popolo palestinese negli ultimi sette decenni. La Palestina è la terra degli antenati del popolo di quella regione, composto da musulmani, cristiani ed ebrei, e chiunque occupi la terra e la casa di un altro deve essere chiamato a rispondere. Secondo le sentenze e la procedura della Corte internazionale di giustizia, crimini come il taglio dell’acqua, dell’elettricità, del carburante, lo sfollamento forzato delle persone, l’impedimento dell’ingresso di aiuti umanitari e la continuazione dell’uccisione massiccia e indiscriminata di civili da parte del regime israeliano sono considerati crimini contro l’umanità e crimini di guerra.

Il veto su un gran numero di risoluzioni delle Nazioni Unite da parte degli Stati Uniti è davvero un atto sorprendente che mette in discussione lo status delle organizzazioni internazionali e degli sforzi internazionali. Anche la bozza della risoluzione del Consiglio di Sicurezza che chiedeva pause umanitarie nel conflitto per consentire l’accesso degli aiuti umanitari alla Striscia di Gaza, è stata bloccata. Indubbiamente, i Paesi che si oppongono agli sforzi per stabilire un cessate il fuoco hanno la responsabilità principale della continuazione dei crimini di guerra, dell’aggressione e del genocidio da parte del regime di apartheid israeliano contro i palestinesi.

Solo nel 2022, le Nazioni Unite e le istituzioni affiliate hanno emanato 15 risoluzioni riguardanti le violazioni dei diritti umani da parte di Israele. Dal 2015 al 2022, sono state approvate 140 risoluzioni dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite contro Israele, rispetto alle 67 per il resto dei Paesi del mondo. Dal 2006 al 2022, il regime israeliano è stato condannato in 99 risoluzioni del Consiglio per i diritti umani. Da questi numeri si capisce in quali condizioni difficili ed estenuanti vive il popolo palestinese, mentre la comunità internazionale si limita ad emanare risoluzioni che rimangono disattese.

Pertanto, il regime sionista deve rispondere dei propri crimini e deve fermare la sua barbara invasione. Naturalmente, i Paesi occidentali potrebbero essere di aiuto. Sfortunatamente, con il sostegno incondizionato e a tutto campo a questo regime razzista, non solo non lo contengono e non lo fermano, ma lo incoraggiano a continuare con i suoi attacchi.

L’Iran può partecipare ai negoziati per la liberazione degli ostaggi?

Come ha affermato l’onorevole ministro degli Affari esteri iraniano nella recente sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York, Hamas ha annunciato all’Iran che è pronto a liberare i prigionieri civili e l’Iran è pronto a svolgere il suo ruolo in questa azione umanitaria insieme ad altri Paesi. Naturalmente, la liberazione di oltre 6mila prigionieri palestinesi dovrebbe essere un’altra delle necessità e delle responsabilità della comunità internazionale.

Qual è la sua opinione sull’invasione di terra di Israele a Gaza? È una risposta proporzionata all’attacco di Hamas del 7 ottobre?

Come ho detto prima, il regime sionista è impunemente impegnato da anni nel massacro dei palestinesi. L’azione di Hamas è la reazione e il risultato del massacro, dell’occupazione, della prigionia, dello sfollamento forzato delle persone dalle loro terre. Fin dall’inizio, la Repubblica Islamica dell’Iran ha lanciato i dovuti avvertimenti sia a questo regime che ai Paesi del mondo e alle organizzazioni internazionali riguardo alle azioni provocatorie del regime sionista. Per noi, questa operazione militare si configura come un genocidio, un crimine di guerra e contro l’umanità. Pertanto, tutti sono responsabili di impedire la continuazione di questi crimini. Con la continuazione di questi crimini, non è possibile prevedere cosa succederà in futuro. I musulmani non rimarranno in silenzio a guardare tutto questo spargimento di sangue da parte della macchina da guerra del regime sionista.

L’Iran partecipa a progetti umanitari e nella ricostruzione di Gaza?

Dall’inizio della crisi, la Mezzaluna Rossa della Repubblica Islamica dell’Iran ha adottato misure per aiutare la popolazione di Gaza. Sia il governo che il popolo dell’Iran hanno raccolto i loro aiuti e sono pronti a trasferirli alla popolazione di Gaza. Sfortunatamente, Gaza è sotto un duro assedio da parte del regime sionista. Spero che gli organismi internazionali adempiano alla loro responsabilità di esercitare pressioni sul regime sionista affinché apra canali di aiuto umanitario alla popolazione di Gaza. Siamo decisamente pronti per la ricostruzione di Gaza e non risparmieremo alcuno sforzo.

Ritiene che la soluzione dei due Stati prevista dal piano di Oslo possa essere efficace per stabilire la pace nella regione?

Sono passati 30 anni da quel piano. Vediamo dei risultati? Ciò a cui stiamo assistendo a Gaza è un segno del fallimento di questo piano che non può portare ad una pace duratura, bensì a un conflitto permanente. Negli ultimi tre decenni abbiamo assistito ad un’occupazione strisciante nella terra palestinese. Il regime sionista ha commesso ogni tipo di oppressione e violazione dei diritti umani senza considerare mai i diritti dei palestinesi. Secondo il diritto internazionale, il regime israeliano, in quanto potenza occupante, avrebbe dovuto rispettare i diritti del popolo palestinese sotto occupazione. Ma non è stato così. Non solo Israele non ha attuato il piano dei due Stati, ma ha sempre adottato politiche volte a renderlo inefficace e sterile.

Pertanto, a causa della continua occupazione, dei crimini e dell’imposizione di restrizioni estreme contro il popolo palestinese da parte del regime sionista, non vi è alcuna prospettiva di pace e sicurezza per i palestinesi. È naturale che i palestinesi continuino a resistere finché le loro leggittime rivendicazioni non saranno soddisfatte.

La soluzione per la pace e le vostre proposte quali sono?

La proposta democratica e politica dell’Iran è il ritorno alla volontà dei palestinesi. Abbiamo esposto questa proposta anche alle Nazioni Unite, e cioè indire un referendum nella terra di Palestina con la partecipazione degli abitanti palestinesi originari, mussulmani, cristiani e ebrei. Ciò che loro decideranno e sceglieranno dovrà essere rispettato.

Qual è la sua opinione sul voto di astensione dell’Italia sull’ultima risoluzione? Danneggia le relazioni bilaterali?

Questo sostegno al regime sionista non è nuovo. Credo che i Paesi occidentali ed europei, non condannando le azioni del regime sionista e tacendo sui suoi crimini di guerra, stiano in realtà spronandolo a commettere impunemente ancor più crimini e violare tutte le risoluzioni internazionali. Il viaggio di numerosi leader occidentali a Tel Aviv e le azioni emotive nei confronti degli occupanti dell’ultimo mese, sono state lette dai leader del regime sionista come un semaforo verde per il genocidio a Gaza. Questi Paesi da un lato sollecitano l’opinione pubblica e dall’altro ne ignorano volontà e aspettative. 

In quasi tutti i Paesi, compresa l’Italia, si sono svolte grandi manifestazioni a sostegno del popolo palestinese. A queste manifestazioni hanno partecipato non solo musulmani ma anche migliaia di italiani. Anche alcuni ebrei hanno partecipato a proteste in diversi Paesi. Questo è un segno della profondità della tragedia e del massacro causato dal regime sionista. Non so come sia possibile restare in silenzio di fronte all’uccisione di oltre quattromila bambini palestinesi e prendere posizioni diverse da quelle dell’opinione pubblica.

Qual è il suo messaggio agli ebrei italiani? Sono sicuri in Iran?

I musulmani rispettano l’ebraismo perché è una delle religioni monoteiste. Mosè è uno dei grandi profeti di Dio. Gli ebrei sono rispettati nei Paesi islamici. L’ebraismo è ufficialmente riconosciuto nella legge islamica e nella Costituzione della Repubblica Islamica dell’Iran. I nostri compatrioti ebrei hanno diverse sinagoghe in Iran. Godono di una rappresentanza nel nostro Parlamento e la comunità ebraica vive liberamente nel nostro Paese, osservando liberamente le proprie tradizioni religiose.

È interessante sapere che uno dei grandi ospedali di Teheran appartiene ad ebrei, e pazienti musulmani e non musulmani vengono curati quotidianamente. Anche uno dei medici che curavano l’Imam Khomeini era un ebreo iraniano. Pertanto, non si tratta di ebraismo; il problema principale è costituito dall’ideologia sionista criminale, che con l’avvallo delle politiche statunitensi e britanniche, ha prodotto il regime usurpatore che si è stabilito in terra di Palestina. È stato piantato il seme di questo tumore canceroso nel grembo dei Paesi islamici, che oggi infetta anche loro.

Lei che messaggio si sentirebbe di dare a un italiano che volesse visitare l’Iran? È il momento giusto?

Sarei felice se i cittadini italiani si recassero nel mio Paese. Anzi, colgo questa occasione per anticipare che per chiunque voglia recarsi in Iran, rilasceremo un visto entro 24 ore. Siamo pronti a fornire agevolazioni speciali per le agenzie turistiche. L’ospitalità degli iraniani è famosa nel mondo. Le attrazioni turistiche, le bellezze naturali, le attrattive di carattere storico-culturale, le vestigia di un’antica civiltà rendono l’Iran una delle destinazioni turistiche più importanti del Medio Oriente e del mondo. Posso affermare con certezza che il livello di sicurezza, comfort e qualità di vita in Iran è molto alto. Inoltre, il basso costo di beni e servizi in Iran rappresenta un grande vantaggio per i turisti stranieri.

Non pensa che le manifestazioni dell’ultimo anno in Iran possano costituire un ostacolo al turismo nel vostro Paese?

Chi pubblica le informazioni inesatte sul mio Paese? Sono i Paesi occidentali che costruiscono e diffondono notizie false sull’Iran. Notizie che non hanno alcun fondamento di verità. In Occidente esiste una sorta di dittatura dei media. Nell’ultimo anno, purtroppo, molti inviti a recarsi in Iran per conoscere da vicino e constatare le realtà del Paese sono rimasti disattesi. La morte di una giovane ragazza iraniana l’anno scorso è all’origine di tutto il clamore degli ultimi mesi; mi domando allora: perché la morte nell’ultimo mese di oltre 10mila civili palestinesi di cui oltre 4mila bambini nella Striscia di Gaza non ha suscitato protesta e indignazione nei governi occidentali. 

di Redazione

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