Francia, repressione contro centri sciiti
Mentre i musulmani nei Paesi occidentali sono oggetto di discriminazione e oppressione, il governo francese ha fermato le attività di quattro centri religiosi sciiti con il pretesto di difendere il movimento di Resistenza e il popolo palestinese.
Il governo francese ha annunciato mercoledì scorso che il “Centro Al-Zahra“, la “Federazione sciita francese”, il “Partito antisionista” e la “Rete Marianne” sono stati chiusi. Il ministro degli Interni francese, Christophe Castaner, ha accusato questi quattro centri di cercare di legittimare ciò che viene chiamato “jihad armato“. Nulla di più fantasioso e falso.
I media francesi hanno riferito che le autorità francesi credono che i membri dei quattro centri sostengano organizzazioni come il movimento di Resistenza libanese Hezbollah, e i movimenti di Resistenza della palestina Hamas e Jihad islamico.
Un atteggiamento estremamente ambiguo da parte dell’Europa e della Francia in particolare. I governanti europei non si pongono nessun problema a garantire soggetti e realtà finanziati dall’Arabia Saudita che rappresentano realmente un vero problema sicurezza, ma sono estremamente sensibili e operativi quando si tratta di opprimere le realtà sciite che mai si sono rese protagoniste di fatti violenti, anzi, spesso li hanno subiti.
L’Europa reprime gli sciiti ma difende il terrorismo saudita
Agli inizi di marzo, il Parlamento europeo ha bloccato la proposta di aggiungere il regime saudita alla sua lista nera del terrorismo e riciclaggio di denaro. La proposta è stata presentata a febbraio dalla Commissione europea. Gli Stati membri che si sono opposti al disegno di legge hanno giustificato il loro rifiuto affermando che mancava un’adeguata trasparenza e informazioni affidabili.
Una ventina di Paesi, tra cui Germania, Francia, Gran Bretagna, Spagna, Italia, Belgio e Grecia, si sono opposti all’inserimento dell’Arabia Saudita nella lista nera. Qual è la spinta di questi Paesi a salvare Riyadh dalla lista nera?
L’Europa è uno dei principali esportatori di armi nel mondo. Secondo l’Istituto internazionale per la ricerca sulla pace di Stoccolma (Sipri), 6.7, 5.8, 4.8 e il 2,5 percento delle azioni globali di vendita di armi sono rispettivamente detenute da Francia, Germania, Gran Bretagna e Italia. L’Arabia Saudita, continua il Sipri, è il principale acquirente di armi a livello mondiale con il 10% delle armi mondiali vendute allo Stato del Golfo.
Nel 2017, il regime saudita era il più grande importatore di armi al mondo. Quindi, gli esportatori di armi non possono ignorare il lucroso commercio di armi con i sauditi. L’ultimo rapporto del Sipri suggerisce che il regno ha acquistato da vari fornitori circa 4,35 miliardi di dollari di armi nel 2017.
Quindi, non serve meravigliarsi di un’Europa sempre più servile a quei regimi protagonisti negli ultimi decenni dei peggiori massacri contro l’umanità.
di Giovanni Sorbello