Fosforo bianco sui civili iracheni
L’esercito statunitense ha utilizzato indiscriminatamente bombe al fosforo bianco in Iraq, in grado di provocare terribili ferite ai civili. Il fosforo bianco è altamente infiammabile e prende fuoco al contatto con l’ossigeno. Se la sostanza colpisce il corpo di qualcuno, brucerà fino a quando c’è ossigeno. A fare queste rivelazioni è stato il giornale americano Washington Post, aggiungendo che l’esercito statunitense sta fornendo queste micidiali bombe al fosforo bianco anche ai loro alleati sauditi che stanno martirizzando il popolo yemenita.
Le foto pubblicate su un sito del Pentagono mostrano le forze statunitensi che utilizzano bombe M825A1 da 155mm, durante i raid a sostegno dei gruppi curdi nel nord dell’Iraq. Purtroppo non si ha conferma se le bombe sono state sganciate contro le postazioni dei terroristi Daesh o nelle zone abitate da civili.
Il colonnello Giuseppe Scrocca, direttore delle relazioni pubbliche per la coalizione guidata dagli Stati Uniti ha confermato l’uso di tali armi, sostenendo che “le forze della coalizione utilizzano queste armi con cautela e sempre in conformità con il diritto dei conflitti armati”.
Pur sostenendo che le forze statunitensi non usano mai queste armi in aree popolate da civili, un alto rappresentante della coalizione, il colonnello John Dorrian, ha aggiunto che “vengono prese tutte le precauzioni necessarie per ridurre al minimo il rischio di lesioni accidentali ai non combattenti e danni alle strutture civili”. Tuttavia, Dorrian ha rifiutato di approfondire se i militari degli Stati Uniti hanno utilizzato bombe al fosforo bianco contro le forze nemiche. Anche i funzionari del Pentagono hanno esitato nel rispondere alla domanda su quante volte queste bombe sono state usate e se sono state sganciate sulle posizioni dei terroristi.
Tra mezze affermazioni e traballanti smentite resta una cruda realtà, non certo nuova per i civili iracheni. Potremmo chiedere agli abitanti di Fallujah, città nel nord dell’Iraq teatro nel 2004 di una delle più sanguinose e criminali aggressioni condotte dalla coalizione americana nella loro battaglia contro il “terrorismo”. Abitazioni e imprese della città furono ridotte in macerie, centinaia di civili persero la vita.
Come dimenticare le notti di Fallujah illuminate dalla pioggia di fosforo bianco? Ancora oggi, resta sconcertante l’aumento delle anomalie alla nascita dei bambini concepiti nel periodo immediatamente successivo al conflitto. Sono stati registrati alti tassi di aborti spontanei, livelli tossici di contaminazione di piombo e mercurio, numeri in ascesa di difetti alla nascita, che spaziano dai difetti cardiaci congeniti a disfunzioni cerebrali fino a malformazioni agli arti.
A tal proposito, vale la pena ricordare un report di Rai News chiamato “Fallujah, la strage nascosta”, che riporta importantissime testimonianze di sopravvissuti e militari statunitensi che affermano come l’ordine dato loro era quello di eliminare “qualsiasi obiettivo che si muovesse o camminasse, anche bambini”. “Non è stata una guerra ma un omicidio di massa”, ha ricordato l’ex militare che ha preso parte alla missione. Pericolose furono le informazioni che uscirono da quella guerra e numerosi i giornalisti uccisi o semplicemente privati del materiale giornalistico prodotto.
La cronaca di oggi, purtroppo, non si discosta da quella del 2004. Crimini e criminali sono sempre gli stessi.
di Giovanni Sorbello