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Sdf tra saccheggi e repressione

Le famigerate Forze Democratiche siriane (Sdf), sostenute dagli Stati Uniti, hanno rubato almeno cento milioni di dollari dalla recente assistenza finanziaria fornita dal governo di Riyadh.

Il quotidiano al-Watan ha citato fonti dissidenti che affermano che l’Sdf ha rubato cento milioni di dollari da una grossa somma pagata dal ministro saudita Samer al-Sahban durante la sua recente visita nelle regioni orientali della Siria. L’Arabia Saudita aveva pagato la somma per “comprare” i capi tribali della Siria orientale con il pretesto di aiutare quelle tribù le cui campagne di Raqqa, Deir Ezzor e Hasaka erano state rovinate durante la recente guerra tra Sdf e Isil.

Dopo che le Sdf hanno trattenuto le ingenti somme versate da Riadh, ha anche costretto gli impiegati amministrativi di quelle regioni ad imporre tasse alla popolazione locale. La corruzione, il saccheggio e il furto dei beni delle persone nelle aree occupate da parte delle Sdf sono aumentati considerevolmente.

Forze Democratiche siriane hanno continuato le loro pressioni anche per costringere i bambini a schierarsi nelle loro file e addestrarli nelle loro basi militari segrete nella Siria orientale, nonostante un accordo con le Nazioni Unite. Il quotidiano al-Watan ha citato fonti dissidenti che affermano che, nonostante l’accordo tra Sdf e Nazioni Unite per non reclutare forzatamente bambini soldato nella Siria orientale, continuano gli arresti e i trasferimenti di bambini di età inferiore a 18 anni nelle basi militari segrete delle Sdf.

L’Osservatorio siriano per i diritti umani ha anche sottolineato il reclutamento forzato di 130 insegnanti nella città di al-Darbasieh nella provincia di Hasaka, affermando che il comportamento delle Forze Democratiche siriane ha provocato un’ondata di rabbia da parte della popolazione civile. Le Nazioni Unite hanno riferito lo scorso lunedì di aver raggiunto un accordo con le Sdf per cessare il reclutamento forzato di bambini soldato.

Questi sono gli “eroi” mercenari delle Forze Democratiche siriane che in Italia vengono osannati e presentati come “combattenti per la libertà“. In Italia si può.

di Giovanni Sorbello

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