L’Imperialismo ha vinto! Si è dimesso Evo Morales, l’indio uscito dalle piantagioni di coca che aveva costretto il Fondo Monetario Internazionale a promuoverlo a pieni voti. Aveva dimostrato che si possono nazionalizzare le imprese togliendole a speculatori ultra liberisti, redistribuire il reddito ai meno abbienti e far marciare l’economia.
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Quando fu eletto Presidente per la prima volta, nel 2006, era considerato un personaggio folcloristico, ma ai santoni dell’economia a senso unico ha risposto con i fatti. In un continente devastato dalla crisi (Argentina e Venezuela sull’orlo del collasso e il gigante Brasile in affanno) la Bolivia chiuse il 2013 con un +6,5% del Pil e una serie costante di miglioramenti. Esportazioni di circa il 30% superiori alle importazioni; un debito pubblico intorno al 35% del Pil, riserve in oro e valute pregiate pari a circa la metà del Pil e bilancio in pareggio. Numeri lunari per l’Eurozona. La disoccupazione, che nel 2012 era al 7,5%, partita da percentuali assai alte è da anni in costante diminuzione.
Il fatto è che le nazionalizzazioni hanno avuto successo pieno e le risorse ricavate dallo Stato sono state redistribuite attraverso numerosi programmi sociali mirati, che hanno ridotto notevolmente le sacche di povertà (che erano enormi) e messo in moto i consumi.
In fondo è stata una ricetta semplice come il buon senso, quello che i soloni liberisti continuano a rifiutare ottusamente; ma si sa, hanno molte, moltissime ragioni per farlo. La rivoluzione portata avanti da Evo Morales rappresentava la fine del loro mondo e del loro potere. Hanno risposto come sempre, con la ferocia dell’Imperialismo.
di Redazione