Estrema destra alleata di Israele per dividere Europa
Il regime israeliano sta fornendo ai partiti di estrema destra in Europa un supporto per creare una spaccatura nel continente. Sono anni che i partiti estremisti di destra in Europa hanno trovato un significativo potere politico al punto da essere entrati nei parlamenti della maggior parte dei Paesi europei o giocare un ruolo cruciale nel prendere decisioni politiche. Oggi, le tendenze dominanti degli estremisti in Europa si sono allontanate un po’ dalla loro origine, vale a dire il fascismo tradizionale, e respingono selettivamente il razzismo a seguito di una trasformazione ideologica (negazione dell’antisemitismo e diffusione dell’islamofobia). Questo è un fattore che avvicina i leader sionisti a questi partiti.
Ma quali fonti finanziano l’estrema destra?
Un rapporto pubblicato alcuni giorni fa su un giornale italiano riporta che il movimento Vox, l’estrema destra della Spagna, ha ricevuto un finanziamento di 800mila euro dall’Mko (il gruppo terroristico di Mojahedin-e Khalq). Il Guardian ha recentemente pubblicato un rapporto dettagliato sulla storia di questo gruppo terroristico e lo descrive come uno strumento nelle mani degli Stati Uniti contro l’Iran. Il rapporto afferma inoltre che i sauditi sono probabilmente la fonte del finanziamento di questo gruppo.
L’Mko è una buona opzione per le politiche estremiste dell’amministrazione Trump. John Bolton, il consigliere per la sicurezza nazionale di Trump e Mike Pompeo, il segretario di stato americano, sono tra coloro che perseguono tale politica. Sotto la guida di Maryam Rajavi, scrive il Guardian, l’Mko ha ottenuto un notevole sostegno da parte della destra americana ed europea, desiderosa di alleati nella lotta contro Teheran.
Ervand Abrahamian, professore alla City University di New York e storico della storia mediorientale e in particolare iraniana, afferma che “il denaro proviene sicuramente dai sauditi. Non c’è nessun altro che potrebbe finanziarli a questo livello”.
Relazione tra Mko e regime israeliano
Secondo il Guardian, tra il 2007 e il 2012, diversi scienziati nucleari iraniani sono stati uccisi. Nel 2012, la Nbc, citando due funzionari statunitensi, ha riportato che gli attacchi erano stati pianificati dall’agenzia di intelligence straniera israeliana ed eseguiti da agenti Mko all’interno dell’Iran. Secondo i media occidentali, il sostegno finanziario degli ultimi anni è in gran parte arrivato dall’Arabia Saudita e da Israele. I sauditi hanno avuto una forte presenza negli incontri tenuti dall’Mko in diversi Paesi.
Il quotidiano Haaretz citando Danny Yatom, ex capo del Mossad, afferma che Israele può attuare alcuni dei suoi piani contro l’Iran attraverso l’Mko. Israele dovrebbe considerare tutte le possibilità, incluso il conflitto militare con l’Iran, ma non dovrebbe escludere la capacità di intermediari come l’Mko che hanno collaborato con Tel Aviv nell’assassinare scienziati nucleari iraniani. Israele sta formando e finanziando questo gruppo.
L’ex capo del Mossad ha aggiunto che l’organizzazione è apparentemente legata all’Arabia Saudita e può essere utilizzata in due modi dalla nazione ebraica e da Riyadh. Ha lavorato come fonte di informazioni sul programma nucleare iraniano e Israele può utilizzare indirettamente l’organizzazione sui social network per influenzare il popolo iraniano. L’ex capo del Mossad, Meir Dagan, in un’intervista rilasciata alla Cbs, ha rivelato che Israele sta aiutando l’Mko e altri gruppi terroristici la cui missione è quella di rovesciare la Repubblica Islamica dell’Iran.
Arabia Saudita dietro riavvicinamento tra Israele ed Mko
L’Arabia Saudita è da molto tempo lo sponsor principale dell’Mko, come è stato dimostrato dalla presenza delle figure influenti della famiglia reale saudita agli incontri del gruppo terroristico nei Paesi europei. Negli ultimi anni, il progresso delle relazioni dell’Arabia Saudita con il regime sionista e la loro comune ostilità nei confronti dell’Iran ha riavvicinato i sionisti all’Mko. Israele consegna missioni al gruppo in cambio del loro sostegno finanziario e politico. Il gruppo gestito dalla Rajavi spia l’Iran per conto degli israeliani. Un’altra missione riguarda l’infiltrazione del gruppo all’interno dei movimenti di estrema destra in Europa per assicurarsi il loro sostegno.
Naturalmente, gli stessi sionisti hanno avuto le loro relazioni separate con i partiti di estrema destra europea e stanno cercando di far avanzare i loro obiettivi attraverso questi mercenari. In questa ottica, anche il declino del sentimento di antisemitismo tra i partiti di estrema destra è stato un cambiamento derivante dall’approccio israeliano a questi partiti.
Tutto è iniziato il 19 dicembre 2010
Per quanto riguarda il riavvicinamento di Israele ai partiti di estrema destra europea, il sito web “Orient XXI” (Socialst Revolution in Arabia) ha scritto: “Tutto è iniziato il 19 dicembre 2010, quando una delegazione di rilievo è arrivata a Tel Aviv, composta da una trentina di leader europei Alleanza per la libertà. Questa è un’organizzazione composta da una serie di partiti appartenenti alla destra radicale. Orient XXI ha aggiunto: “Era la prima volta dalla creazione di Israele che il Paese ospitava un incontro così ambiguo, che comprendeva Geert Wilders dei Paesi Bassi, Philip Dewinter dal Belgio e il successore di Jorg Haider, Heinz-Christian Strache, dall’Austria”.
Questi militanti europei hanno partecipato a una Conferenza organizzata dall’ala destra del Partito Likud che era dedicata alla lotta contro il terrorismo. Nonostante le specifiche non ufficiali di questa mossa, l’allora ministro degli Esteri israeliano Avigdor Lieberman aveva negoziato a lungo con Wilders, noto per le sue critiche all’Islam, e ha anche compensato la sua benedizione con la visita ufficiale agli insediamenti costruiti in Cisgiordania.
Qual è la ragione per cui Israele si avvicina all’estrema destra europea?
Le evidenti caratteristiche dei partiti estremisti emergenti in Europa sono la loro opposizione alle pratiche tradizionali nei Paesi europei. Ad esempio, queste parti indeboliscono la convergenza in Europa e minano la posizione dell’Unione europea nel sistema internazionale.
Poiché i tradizionali partiti europei guardano in modo particolare alle questioni democratiche e dei diritti umani, sono sempre stati critici nei confronti delle azioni del regime sionista contro i palestinesi e le critiche e le condanne dell’Unione europea nei confronti di questo regime si sono intensificate negli ultimi anni. Il regime sionista sta lottando per creare una profonda divisione tra partiti emergenti e tradizionali, avvicinandosi ai partiti di estrema destra in Europa, forse per ridurre la pressione di Bruxelles su Tel Aviv. Ridurre la pressione dell’Europa sul regime sionista significa liberare Israele da un grave dilemma. In altre parole, le divisioni tra i Paesi europei e la loro sfida con i partiti emergenti possono essere un fattore per il progresso degli obiettivi del regime sionista.
di Yahya Sorbello