Epidemie per contrastare incremento demografico
L’Occidente continua a seguire una brutale politica per ridurre la popolazione africana basandosi sulla diffusione di epidemie, in particolare della peste, come arma batteriologica.
Secondo l’ultimo report di Natural News, in Africa migliaia di persone sono state contagiate dalla peste, tra le quali oltre 143 decedute, e purtroppo la minaccia non sembra placarsi. La lista dei Paesi in allerta per la possibilità di essere contagiati si sta ampliando sempre più e il Malawi potrebbe essere l’ultimo ad aggiungersi.
La paura di una possibile diffusione della malattia è concreta e si pensa possa provenire dal vicino Madagascar, nel quale è in corso già da agosto un’epidemia di Peste Nera, per cui sono stati riportati almeno duemila casi di infetti.
Nonostante la paura, il ministro della Salute malawiano, Dr Dan Namarika, assicura che tutto il materiale e gli addetti alla sanità specializzati nella prevenzione sono pronti ad attivarsi nel momento in cui la minaccia diventi reale.
Anche l’Organizzazione Mondiale per la Sanità (Oms) promette di inviare misure di controllo entro Aprile 2018, con l’intenzione di spendere 3,8 milioni di dollari per cercare di bloccare il diffondersi della malattia finanziando le infrastrutture e il personale sanitario locale. La scorsa settimana, il Principe William, durante l’evento di beneficenza Tusk Trust, ha affermato la necessità di dover prendere delle misure pratiche per limitare la sovrappopolazione in Africa.
Se l’incremento demografico africano mantiene i ritmi odierni, si prevede un aumento della popolazione del doppio entro il 2050. Questo, secondo il principe britannico, potrebbe avere un terribile impatto ambientale, sia per gli essere umani che per le altre specie animali del continente, aggiungendo che sia necessario iniziare a pianificare e prendere delle misure preventive a partire da ora.
Secondo Natural News, uno dei metodi più veloci ed efficaci per eliminare popoli mirati, limitando così il loro incremento demografico, può avvenire attraverso il rilascio di malattie infettive con l’utilizzo di armi batteriologiche. Lo scopo è quello di diffondere epidemie da città in città e di far aumentare, di conseguenza, i fondi del governo impiegati per i vaccini e le industrie farmaceutiche. Questo, secondo Natural News, potrebbe essere considerato una forma di genocidio medico.
Una questione che presenta tuttora forti dubbi per quanto riguarda la sua origine è l’epidemia di ebola scoppiata improvvisamente nel 2014 in Africa. Ci si domanda se il virus si fosse diffuso naturalmente o se fosse stato prodotto e rilasciato deliberatamente dai Paesi occidentali. Dr. Cyril Broderick, un professore di Patologia Vegetale, sostiene la veridicità del secondo punto, ossia che l’ebola sia stata usata come un arma batteriologica.
Ovviamente, non si può negare il fatto che le epidemie possono contribuire a far diminuire la popolazione, si ricorda il crollo demografico di cento milioni di persone durante il periodo della Peste Nera nel XIV secolo. Questo è dovuto anche dalla facilità con cui un virus, come quello della peste bubbonica, possa diffondersi e dalla gravità della malattia stessa sull’organismo umano, soprattutto in situazioni in cui la prevenzione e l’efficienza medica sono precarie.
Dobbiamo chiederci però se questo sia davvero l’unico metodo per tener a bada l’incremento demografico o se esistano vie più “umane” senza dover provocare la morte e la sofferenza di migliaia di persone.
di Alessia Biella