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Emirati e Total dietro allo scontro con Al-Qaeda

di Redazione

Ci sarebbero i servizi francesi dietro gli arresti di numerosi leader di Al-Qaeda effettuati dagli Emirati nella regione orientale yemenita dell’Hadramaut; a riferirlo è l’emittente panaraba al-Mayadeen. È una collaborazione finalizzata a tutelate i vasti interessi della Total nella regione, ed a instaurare l’influenza emiratina in un’area per essa strategica.

Al-Qaeda nella Penisola Arabica (Aqpa) è unanimemente riconosciuta la costola più pericolosa del network terroristico; grazie ai finanziamenti ed agli appoggi dei sauditi, che se ne sono largamente serviti per controllare la regione, si è radicata in vaste zone dello Yemen.

Contrastata e sloggiata da molte sue roccaforti dall’Ansarullah, è stata imbarcata ufficialmente nella coalizione contro gli Houthi fin quando la sua espansione nei campi e nei porti d’imbarco del gas non l’ha resa scomoda, spingendo ad una momentanea rottura.

Mukalla, capoluogo dell’Hadramaut già occupato dai qaedisti, è stata presa a fine aprile dalla coalizione messa in piedi dai sauditi per impadronirsi dello Yemen; più precisamente dai mercenari pagati dagli emiratini. Il motivo è evidente: il suo porto, come quello di Balhaf più a ovest, è strategico sia perché è da lì che viene esportato il petrolio yemenita, sia perché, è questo è assai più importante, quei porti permetterebbero l’imbarco del gas liquefatto emiratino aggirando le strettoie di Ormuz controllate dall’Iran.

La Total, dal canto suo, non ha solo stretti rapporti con gli Emirati (come del resto con gli altri petrostati del Golfo), ma dal 1995 è la principale compagnia che gestisce le risorse gasiere e petrolifere yemenite, che risultano concentrate nell’area centrale di Ma’rib, oltre ai giacimenti petroliferi al di sopra della valle dell’Hadramaut. esattamente aree insidiate dai qaedisti ed oggetto di un repulisti mirato delle loro bande ad opera di mercenari pagati a suon di petrodollari con il supporto “coperto” delle Special Forces di Parigi.

Questi sono gli interessi dietro l’improvvisa (ed episodica) crisi di rapporti fra i petrostati guidati da Riyadh ed Aqpa, che da sempre finanziano per i propri fini.

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