Con l’avvicinarsi delle elezioni parlamentari iraniane, sono iniziate le campagne per i candidati, che promettono un processo elettorale competitivo. Con la campagna elettorale che durerà fino al 29 febbraio, è stato approvato un numero record di circa 15.200 candidati per competere per i 290 seggi in Parlamento.
Previste per il 1° marzo, queste elezioni determineranno anche i nuovi membri dell’Assemblea degli Esperti, mentre il nuovo parlamento dovrebbe formarsi alla fine di maggio. Questo ciclo elettorale segue le elezioni parlamentari del 2020, le ultime tenutesi prima dell’assassinio del tenente generale Qassem Soleimani da parte degli Stati Uniti.
Il ministro dell’Interno Ahmad Vahidi ha sottolineato la necessità che candidati e sostenitori aderiscano al quadro giuridico e mantengano la disciplina durante tutto il periodo della campagna elettorale, esortandoli a evitare qualsiasi azione che possa offuscare il processo elettorale.
Molti candidati, in particolare nelle circoscrizioni elettorali più piccole, hanno esperienza in professioni come medicina, ingegneria, servizio civile e insegnamento, senza forti affiliazioni con gruppi politici. Nella circoscrizione elettorale di Teheran sono 3.545 i candidati in lizza per il seggio.
L’attuale presidente del parlamento Mohammad Bagher Qalibaf ha annunciato la sua intenzione di candidarsi nel remoto nord-est, dopo aver già vinto un seggio a Teheran quattro anni fa.
Nelle elezioni dell’Assemblea degli Esperti, 144 religiosi competono per il consiglio da 88 seggi, che funge da organo consultivo per il leader della Rivoluzione Islamica. A differenza del mandato quadriennale dei membri del Parlamento, i membri dell’Assemblea restano in carica otto anni.
In questo contesto, il membro dell’assemblea e presidente Ebrahim Raisi cercherà la rielezione nell’assemblea della provincia del Khorasan meridionale.
L’importanza delle elezioni parlamentari
Domenica scorsa, il leader della Rivoluzione Islamica Sayyed Ali Khamenei ha auspicato un’alta affluenza alle urne. “È importante scegliere la persona migliore, ma la priorità è che le persone partecipino”, ha affermato Sua Eminenza, sottolineando che le differenze politiche non dovrebbero dividere l’unità nazionale dei popoli di fronte agli avversari.
“Le elezioni sono la pietra angolare della Repubblica Islamica. Il modo per riformare il Paese è attraverso le elezioni. Una volta, un presidente degli Stati Uniti ha invitato la nazione iraniana a boicottare le elezioni. In risposta, le persone hanno partecipato con ancora maggiore entusiasmo. Anche se non lanciano più questo appello direttamente, cercano comunque di scoraggiare la gente dalla partecipazione alle elezioni utilizzando vari metodi”, ha osservato il leader.
Il Consiglio dei Guardiani ha fornito al Ministero dell’Interno un elenco di candidati qualificati, che comprende 1.713 donne, il doppio del numero di quelle che hanno partecipato alle elezioni del 2020.
In previsione delle imminenti elezioni nazionali in Iran del 1° marzo, il comando delle forze dell’ordine della Repubblica islamica ha assegnato l’incredibile cifra di 190mila agenti di polizia per garantire la sicurezza dell’evento.
Il generale Saeed Montazer almahdi, portavoce del comando delle forze dell’ordine, ha affermato che è responsabilità della polizia salvaguardare le elezioni come previsto dalla legge. Oltre alle forze di polizia, la cooperazione con altre organizzazioni di sicurezza, come le unità Basij, sarà determinante per garantire una giornata elettorale sicura e protetta.
Inoltre, la Polizia ha svolto con dovuta diligenza lo screening dei precedenti dei candidati. Su richiesta del Consiglio costituzionale, nella fase iniziale sono stati esaminati 48mila candidati, seguiti da 24mila nella fase finale.
di Redazione
