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Elezioni Iraq, Usa principali sconfitti

Il risultato delle lezioni parlamentari in Iraq mostra che la Coalizione Saeroon guidata da Sayyed Muqtada al-Sadr è in testa con 54 seggi, seguita dalla Coalizione di Fatah guidata da Hadi al-Amiri con 47 seggi. La coalizione Nasr del Primo Ministro in carica Haider al-Abadi è arrivata terza, mentre ha raccolto 42 seggi nel Consiglio dei Rappresentanti dell’Iraq. 

IraqOltre a queste tre coalizioni, altre come lo Stato di diritto ha ottenuto 25 seggi, il Partito democratico del Kurdistan 23 e Al-Wataniya List 21; questi sono i principali attori politici che formeranno il nuovo parlamento iracheno alle prime elezioni dall’emergenza terroristica dell’Isis. In queste elezioni parlamentari si evidenzia un ampio fronte anti-americano. Negli ultimi mesi, gli analisti avevano predetto la vittoria della lista Nasr di al-Abadi, principalmente per la grande vittoria ottenuta contro l’Isis che deteneva vaste aree del territorio dal 2014.

Gli analisti affermano che il popolo iracheno ha fatto sentire la propria voce a livello locale e regionale, evidenziando una forte opposizione alla presenza degli Stati Uniti e all’ingerenza nei loro affari politici. Sia Al-Sadr che Al-Amiri si sono sempre schierati contro gli Stati Uniti. Anche quando la nazione stava combattendo i terroristi dell’Isis su diversi fronti, hanno chiesto il ritiro immediato e incondizionato delle forze statunitensi dal Paese, avvertendo che, avrebbero colpito le basi militari statunitensi nel Paese.

Stati Uniti e alleati avranno difficoltà a influenzare formazione del governo iracheno

La vittoria delle forze anti-americane in Iraq ha conseguenze per Washington. Lla vittoria di Al-Sadr e Al-Amiri per gli Stati Uniti significa affrontare maggiori difficoltà per influenzare il corso politico della nazione, specialmente quando si tratta di formare un governo. Il punto centrale degli slogan delle coalizioni di Saeroon e Fatah in oltre un mese di campagne è stato il mantenimento dell’indipendenza e della sovranità dell’Iraq e l’attuazione di riforme socioeconomiche. La loro vittoria è stata una sorpresa per gli analisti, ma ha rivelato che la maggioranza degli iracheni è contraria alla presenza americana nel loro Paese. Nelle prossime settimane o forse mesi, in attesa di formare un governo, ci si aspetta che gli americani facciano del loro meglio per influenzare i prossimi sviluppi e il processo di formazione del governo.

Rafforzamento del campo antiamericano in Iraq

Per chiarire le ragioni del trionfo delle liste anti-americane nelle elezioni del 12 maggio, analizziamo il corso dell’evoluzione dei sentimenti anti-Washington nella società irachena dopo il rovesciamento di Saddam Hussain nel 2003. Una parte della nazione irachena era ottimista riguardo all’invasione guidata dagli Stati Uniti per rovesciare l’ex dittatore Saddam e questo sentimento positivo spinse parte del corpo politico della nazione a instaurare relazioni con Washington. Tuttavia, nonostante questa apertura agli americani, Al-Sadr formò la milizia di Jaysh al-Mahdi e guidò una rivolta armata contro l’occupazione americana del Paese. La milizia sciita si scontrò ferocemente con l’esercito l’americano, così come quello inglese, liberando vaste aree del Paese dalla presenza militare straniera. La lotta armata contro Washington è stata così accesa da costringere la Cia a tentare diverse volte, dal 2005 al 2007, di assassinare l’autorevole religioso sciita. Tutti i tentativi non ebbero successo.

Hadi al-Amiri, il capo della Badr Organization, è un altro avversario chiave della presenza statunitense in Iraq. Come figura sciita indipendente, fin dall’inizio, è stato contro la presenza militare statunitense in Iraq. Anche dopo il 2010, quando Al-Amiri era membro del Parlamento e ministro dei Trasporti, ha mantenuto la sua ferma posizione anti-americana.

Sia Al-Sadr che al-Amiri sono stati tra i fondatori delle Hashd al-Shaabi (Forze di Mobilitazione Popolare), una forza militare costituita per combattere l’Isis. Questa nuova forza militare è risultata determinante nella sconfitta dell’Isis. Durante questo periodo, i due leader hanno mantenuto saldamente le loro posizioni anti-americane, chiedendo agli Usa di lasciare il Paese e rimuovere tutte le loro basi militari in Iraq.

Con il voto dato ad Al-Sadr e Al-Amiri, il popolo iracheno ha scelto coloro che hanno affrontato gli Stati Uniti a differenza di altri partiti che hanno trattato o addirittura sono stati complici con gli americani.

di Giovanni Sorbello

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