Egitto e Israele preparano l’operazione Rafah
Israele sta ultimando i preparativi per un’operazione militare a Rafah. Inoltre, fotografie aeree indicano che anche l’Egitto si sta preparando per accogliere gli sfollati della zona. Le autorità egiziane faranno fatica a giustificare la loro cooperazione con Israele in questa questione, nonostante la precedente promessa del presidente Abdel Fattah al-Sisi di impedire qualsiasi spostamento forzato di cittadini palestinesi in Egitto.
Pochi giorni fa, immagini satellitari hanno catturato la zona di Rafah sia dal lato egiziano che da quello palestinese. Queste foto hanno rivelato lavori in corso lungo il confine egiziano. Ciò indica che l’Egitto, sotto la pressione americana e in coordinamento con Israele, si sta preparando ad accogliere i rifugiati palestinesi. Non ha senso negare le dichiarazioni di Zia Rashwan, capo dell’Autorità egiziana per l’informazione generale, che ha sottolineato la ferma posizione dell’Egitto contro qualsiasi spostamento forzato o volontario di palestinesi da Gaza all’Egitto. Tale spostamento minerebbe la causa palestinese e rappresenterebbe una minaccia diretta alla sovranità e alla sicurezza nazionale dell’Egitto. Pertanto, è sorprendente che le massime autorità egiziane non abbiano lanciato un chiaro avvertimento sui piani di Israele di trasferire gli sfollati in Egitto. Forse potrebbero esserci ulteriori motivi in gioco.
Fonti palestinesi vicine all’agenzia El Hanadek hanno confermato che le azioni egiziane sono un precursore del processo di sfollamento. Questo spostamento sarà apparentemente giustificato da preoccupazioni umanitarie, e c’è la possibilità che Israele crei aperture nel muro di separazione e nel filo di confine attraverso attacchi aerei mirati.
Egitto alle dipendenze di Israele
Secondo funzionari egiziani e analisti della sicurezza citati dal Wall Street Journal, le autorità egiziane stanno costruendo un’area per ospitare i rifugiati palestinesi durante l’operazione. Quest’area si estende su otto miglia quadrate (equivalenti a 20,7 chilometri quadrati) e ha la capacità di contenere oltre 100mila individui.
Alcuni esperti ritengono che Israele sia consapevole che ciò non può essere visto come un’espulsione forzata dei palestinesi dalla loro terra, ma ciò non significa che impedirà alle persone di andarsene volontariamente. Inoltre, Israele non interferirà nella decisione dell’Egitto di accogliere circa 100mila rifugiati. I funzionari delle Nazioni Unite hanno espresso le loro preoccupazioni ai media stranieri, su un’evacuazione su larga scala all’orizzonte.
Nel corso della Conferenza sulla sicurezza di Monaco, Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, ha avvertito in una dichiarazione all’agenzia di stampa Reuters che il movimento dei rifugiati da Rafah verso l’Egitto potrebbe avere gravi conseguenze sia per i palestinesi che per le prospettive di pace nella regione.
Di conseguenza, è necessario che la popolazione egiziana elimini queste incertezze dal profondo, partecipando ad azioni e manifestazioni di protesta serie, fino al punto di sfidare i suoi leader, al fine di impedire la realizzazione di questo progetto che potrebbe rappresentare una “seconda Nakba”. Inoltre, le nazioni e le società arabe devono influenzare il governo egiziano per impedire il coinvolgimento in questa impresa.
di Redazione