Egitto, dilaga il terrorismo nella penisola del Sinai
Egitto – Non si fermano le tensioni e gli scontri nella martoriata penisola del Sinai. I terroristi di “Ansar Beit al-Maqdis“, il principale gruppo “jihadista” in Egitto con base nella penisola, è responsabile della maggior parte degli attentati contro le forze di sicurezza egiziane.
I pericoli derivanti dal terrorismo stanno ponendo dunque un serio problema alla sicurezza dell’intera regione, rappresentando una grossa sfida alla stabilità dell’Egitto. Una lunga serie di attacchi terroristici ha colpito la penisola, dopo la caduta del regime di Hosny Mubarak nel Febbraio del 2011.
L’Egitto e le complicate relazioni con le tribù beduine
Il Sinai è un territorio, ponte naturale tra Africa ed Asia, di rilevanza strategica per Egitto, Israele e Striscia di Gaza, ma non solo. Infatti, da qui transita il commercio internazionale di petrolio e gas naturale. La questione sicurezza è ancora molto tesa nel Sinai, in realtà, la debolezza che caratterizza l’area oggi ha origini radicate nel tempo, ben al di là dunque del gennaio 2011. In primis, il complicato rapporto tra le popolazioni beduine della penisola e lo Stato centrale, accusato di politiche discriminatorie e di non aver adempiuto a un generalizzato sviluppo della regione. Forse anche tutto questo scontento può aver generato nel tempo l’avvicinamento ad alcune correnti di tipo terroristico e radicale.
Sebbene sia difficile fare una mappatura precisa delle realtà operative nel Sinai, secondo il governo egiziano sono presenti 24 organizzazioni terroristiche.
Un approccio imminente di tipo politico resta dunque la via privilegiata affinché lo Stato possa continuare a esercitare il proprio controllo sul territorio. La mancanza di passi avanti in questo senso comporterebbe più avanti nel tempo ricadute strategiche ed economiche legate al controllo del Canale di Suez e alla distribuzione di gas naturale verso i Paesi della regione e della stessa Europa. Un rischio che né l’Egitto né i Paesi vicini sono disposti a correre.
di Amani Sadat