Ecco Parma, dove lo tsunami grillino ha solo portato via le illusioni del voto
Accolto nel maggio scorso con gli entusiasmi che sovente suscita la novità, il sindaco grillino di Parma, Federico Pizzarotti, rappresenta oggi l’emblema della delusione post sbornia. La sua gestione amministrativa testimonia come gli tsunami a cinque stelle, quando passano, più che spazzar via la casta dei politici, svuotano i portafogli dei cittadini.
Per capire il livello di insofferenza provocato da Pizzarotti, basta dare uno sguardo alla piazza di Parma, solitamente mite e paziente, ma che ora ribolle come un barrio latino-americano. A marzo oltre 200 dipendenti comunali, vigili urbani, maestre d’asilo e impiegati hanno invaso i portici del Comune per urlare il loro disappunto nei confronti del sindaco. Ciò che gli contestano è una politica all’insegna di lacrime e sangue, agli antipodi rispetto a quanto si propone di attuare il programma del Movimento 5 Stelle.
Un articolo apparso di recente su “Il Sole 24ore” illustra con precisione le ricette che la Giunta comunale sta adottando per tenere in piedi il bilancio della città: tasse e rincari dei servizi pubblici. Il gettito fiscale è aumentato del 20% in un solo anno, pari a 30 milioni di euro in più che gravano sulle spalle dei contribuenti. E questa pressione fiscale – rivela il giornale di Confindustria – è destinata a proseguire fino ad almeno tutto il 2015. L’Imu, in questo senso, rappresenta una delle maggiori fonti di ricavo. A Parma, infatti, la tanto vituperata imposta sulla prima casa è ai massimi, allo 0,6%. L’Irpef locale è invece allo 0,8%, non proprio tra le più popolari d’Italia. Alla faccia degli slogan grillini sul rilancio delle imprese.
Cifre importanti arriveranno nelle casse comunali anche da una nuova tassa sui rifiuti. “Con la nuova Tares – spiega Il Sole 24 – sono previsti incassi per 4 milioni aggiuntivi al costo del servizio per l’introduzione di un’aliquota dello 0,3 per cento relativa ai servizi indivisibili”. E non solo. “Gli incassi degli asili nido per il comune saliranno quest’anno a 3,9 milioni dai 3,4 milioni precedenti”; mentre “le mense per l’infanzia porteranno entrate per 4,2 milioni contro i 3,3 del 2012 (con un aumento del 30%)”; e “dalle mense scolastiche sono previsti incassi per 5,1 milioni (+10% sul bilancio precedente)”.
Che la famiglia non fosse al centro delle politiche del sindaco Pizzarotti era già chiaro da tempo. Almeno dal novembre scorso, quando con una delibera è stato sospeso il “Quoziente Parma”, provvedimento che consentiva alle famiglie numerose di beneficiare di sgravi fiscali in base al numero dei figli. La protesta del Forum delle associazioni familiari non si era fatta attendere. “Le prime vittime di questa sospensione – denunciavano – saranno proprio le famiglie più bisognose”. Tradotto in numeri: le famiglie numerose di Parma si trovano ora a pagare il 30% in più delle tariffe comunali.
Ad alimentare le amarezze dovute alla pressione fiscale, c’è poi la vicenda del discusso inceneritore di Parma. Durante la campagna elettorale, Beppe Grillo in persona aveva promesso con toni guerrieri: “L’inceneritore qui non lo faranno mai, e se lo vorranno fare, dovranno passare sul cadavere di Pizzarotti”. Ebbene, il confronto con la realtà li ha costretti a stravolgere i piani, giacché le alte penali cui si andrebbe incontro nel caso si decidesse di interrompere i lavori inducono il Comune (che eredita un grosso buco di bilancio dalla precedente amministrazione) a evitare azzardi.
I lavori per la costruzione dell’impianto dunque proseguono, senza che i camion siano dovuti passare sul cadavere di nessuno. Al più, sono passati sopra quei volantini dei comitati civici anti-inceneritore che esprimevano sostegno nei confronti del Movimento 5 Stelle. Quella sinergia tra le associazioni dei territori e Grillo, del resto, sembra essersi già conclusa.