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Donne iraniane, protagoniste della scena politica e sociale del Paese

Quando si parla delle donne iraniane nell’immaginario occidentale la parola non può fare a meno di evocare in modo sbagliato un’idea di sottomissione, di repressione, di regressione. Perchè agli occhi degli occidentali l’hejab, il velo islamico, rappresenta la principale negazione simbolica della donna e del suo ruolo nella società.

Le donne però rappresentano una forza sociale molto potente, consapevole, dinamica e legittima. Quella delle iraniane costituisce oggi, nella società “post-islamista”, un’esperienza di mobilitazione esemplare e, insieme a quella di giovani e intellettuali, uno dei principali elementi di dinamismo che i sociologi individuano in quel processo di produzione e maturazione di una società civile che è, come ovunque, condizione preliminare e necessaria a un’evoluzione in senso democratico della realtà sociopolitica. Per quanto riguardo l’educazione femminile, le recenti indagini dimostrano che la quota delle donne iraniane nell’istruzione superiore e il numero di giovani donne iraniane ammesse alle università sono in costante aumento negli ultimi anni.

Su 1.176mila persone iscritte all’istruzione superiore nell’anno accademico 2012-2013, le donne erano 522.248 (44,38%), mentre la quota degli uomini era pari a 654.593 (55,62%). Nello stesso anno accademico, 4.367 milioni di studenti sono stati ammessi alle varie università per continuare gli studi di istruzione superiore di cui, circa la metà, erano donne. Le cifre fornite dalla relazione hanno mostrato anche che su 716.096 persone che hanno completato i loro studi post-laurea per l’anno accademico 2012-2013, 326.753 sono donne.

Il numero di studenti universitari di sesso femminile è aumentato di quasi il doppio, da 1.231.035 nell’anno iraniano accademico 2005-2006 a 2.106.639 nel 2012-2013. Vale la pena ricordare che negli anni accademici 2005-2006 e 2009-2010, il numero delle donne iscritte all’università è stato maggiore rispetto agli uomini.

Infatti, le donne iraniane hanno vissuto e vivono in un Paese in cui godono di un trattamento paritario e di maggior libertà rispetto alle donne dei Paesi vicini. In Iran per esempio le donne possono sedere in parlamento, guidare, votare, acquistare terreni e immobili e lavorare.

È una situazione che ha origini in una lunga tradizione storica. I ritrovamenti archeologici testimoniano che nell’Iran antico, le donne potevano lavorare, possedere beni propri, vendere, acquistare o affittare terreni e immobili e pagavano le tasse. Si ha notizia di donne che occupavano posizioni di responsabilità nei luoghi di lavoro e anche di alcune donne che detenevano cariche militari di grado elevato. Ancora in epoca sassanide però i diritti delle donne non erano stati formalmente sanciti.

Il profeta dell’islam Muhammad fu il primo ad affrontare in modo specifico il tema dei diritti giuridici delle donne e lo fece in base alla convinzione che uomini e donne avessero diritti e responsabilità diversi ma con la stessa dignità. Dopo l’avvento dell’islam in Iran, le donne iraniane seguirono i principi dell’islam che spettava agli uomini il dovere di mantenere e proteggere la famiglia.

Le donne iraniane comunque non sono mai uscite dalla scena politica e sociale. Molte donne, per esempio, parteciparono alle proteste popolari che spodestarono il regime oppressore di Pahlavi e che portò alla vittoria della rivoluzione islamica nel 1979. Oggi in Iran le donne occupano le cariche politiche e sociali più alte come quella di ministro, ed essere elette in parlamento. Negli ultimi anni ci sono stati inoltre notevoli progressi scientifici nel campo della matematica, della fisica, della chimica e della biologia, in cui le donne hanno avuto ruolo determinante.

di Redazione

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