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Dollari sauditi ed armi francesi per “comprare” il Libano

di Salvo Ardizzone

La notizia è di quelle grosse e gira già da settimane: l’Arabia Saudita concede al Libano 3 mld di $ di aiuti militari; di gran lunga la più grande donazione mai ricevuta dalle piccole Forze armate libanesi (Laf).

Ma dietro la notizia nuda e cruda, sono altri i messaggi forti: l’armamento che nel corso dei prossimi anni permetterà alle Laf un salto di qualità, molto al di là della magra portata dei bilanci nazionali destinati alla difesa (2,72% del piccolo Pil libanese nel 2012), sarà di produzione francese.

Questa scelta, che può apparire strana, per Ryad ha due ottime ragioni: la prima è dare uno schiaffo sonoro agli Usa, ai suoi occhi colpevole del mancato attacco alla Siria (contro cui conduce da anni una vera guerra per procura) e dell’apertura al dialogo con l’Iran sul tema nucleare, inammissibile per i Sauditi. La seconda è “ripagare” Parigi; infatti era la Francia la più decisa ad attaccare Bashar al Assad, e sempre lei quella che ha posto più ostacoli alla trattativa 5+1 sul nucleare. A pensarci, forse ora cominciano a venire a galla i motivi di quelle posizioni che stupirono la diplomazia mondiale.

Ma è la ragione vera della donazione ad essere la più sfacciata. Le Laf, con i suoi 56mila effettivi, dal 2007 professionisti dopo la fine della leva, sono un’istituzione universalmente rispettata dalla società libanese, che vede rappresentate al suo interno tutte le sue componenti (sciita, sunnita, cristiana e perfino drusa). Con apprezzabile competenza, che bilancia la scarsa qualità e quantità dei mezzi a disposizione, hanno dato sempre buona prova di equilibrio nella difficilissima gestione della sicurezza, in uno scenario a dir poco difficile, divenuto esplosivo dopo lo scoppio della guerra in Siria, che diverse forze (proprio Arabia in testa) vorrebbero trasferire anche in Libano. In questo quadro, l’offerta di rafforzare potentemente le sue gracili dotazioni è uno smaccato tentativo di “comprare” le Laf, sperando di poterle usare contro Hezbollah.

Questo intervento a gamba tesa è figlio di una mentalità che pensa di poter acquistare tutto, e fa il paio con i mld di $ offerti a Putin perché abbandonasse Assad al suo destino.

Francamente, vista la serietà dimostrata sin’ora dalle Laf, ed il loro radicamento nella società libanese di cui Hezbollah è parte integrante, crediamo proprio che il risultato sarà lo stesso ottenuto dal principe Bandar bin Sultan in Russia. Purtroppo prevediamo che la rabbia di chi non vuole rassegnarsi ai tempi che cambiano, condurrà ad un inasprirsi dell’ondata terroristica che già da tempo insanguina il Libano. A pagare son sempre gli innocenti.

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