Diritti civili strumento per distruggere la società europea
Civiltà, progresso, modernità, diritti civili, ecc.; sono parole belle, senza dubbio, che evocano qualcosa di bello, di positivo, che danno una carica immediata di positività a chi le ascolta. Ma, in fondo, queste parole oggi esprimono il dramma che sta vivendo il mondo occidentale e l’Europa in particolar modo. Aver avuto lo scrupolo e la capacità di strumentalizzare queste parole, dà l’idea di come oramai da diversi decenni la cultura e l’informazione di massa siano in mano alla massoneria ed a quelle lobby economico–finanziarie che stanno anestetizzando l’intelletto dell’uomo europeo.
Diritti civili e parole d’ordine
Queste parole sono oramai diventate autentici scudi dietro i quali chi ha interesse a trasformare la società in un determinato modo, lo fa in maniera indisturbata, passando anzi quasi come eroe e come, per l’appunto, un “progressista” o un fautore della protezione dei diritti civili, etici ed umani e chi non la pensa in questa prospettiva, rischia seriamente di essere emarginato dalla società ed accusato di pericoloso anacronismo.
In proporzione, poniamo il caso di trovarci in un vigneto, che produce dell’ottimo vino da tanti anni e che frutta parecchio denaro ai proprietari; il vicino, un po’ per invidia, un po’ perché ha interesse a mettere in difficoltà il rivale, propone al proprietario del vigneto un qualcosa che a prima vista sembra poter migliorare la situazione del suo terreno: gli mostra, in particolare, come sarebbe bello a livello estetico quel terreno se, al posto del vigneto, ci fosse una bel campo di rose e si propone come “benefattore”, partecipando alla conversione di quel pezzo di terra.
Convinto dall’aspetto estetico prodotto dalle rose, il proprietario del vigneto accetta l’affare e, a poco a poco, convincendo della bontà della scelta la famiglia, inizia ad estirpare l’uva che fruttava tanto a livello economico e ad impiantare delle rose certamente gradevoli, ma che a lungo andare si riveleranno un vero e proprio disastro a livello economico, che manderà in rovina la famiglia.
Massoneria in Europa
In questo momento, la massoneria in Europa ha il ruolo che ha il vicino nell’aneddoto, le parole dette ad inizio articolo invece sono come quelle rose molto gradevoli a livello estetico, che sembrano dare un tocco diverso e migliore al terreno, ma che manderanno al disastro l’economia e, forse, l’unità di quella famiglia. Infine, il povero proprietario del terreno, è il cittadino medio europeo, così impressionato dall’aspetto estetico, da dimenticarsi i veri valori e le vere vocazioni di quel pezzo di terra, contribuendo inconsapevolmente al disastro.
Il cittadino medio europeo infatti, viene manovrato da tempo, ma da qualche anno a questa parte chi manovra il timone, fa credere all’italiota o al francese o al tedesco di turno di possedere la guida. I veri traghettatori, come fanno da decenni (o forse secoli) a creare questa illusione? Semplice: traslando le discussioni nel campo falso dei diritti civili, facendo quindi passare nel dimenticatoio le vere questioni relative alla sopravvivenza stessa dell’Europa. E così, mentre il povero proprietario della vigna semina le nuove piante al posto del vigneto, convinto di aver fatto da solo la scelta migliore, non sa che sta consegnando il suo futuro a quel vicino che ha speculato sul suo terreno e sulla sua famiglia.
Predominio sul mondo
E dunque, mentre in Europa ci si ammazza tra poveri da decenni su temi quali l’aborto, il matrimonio gay, il divorzio, l’eutanasia, immigrazione ecc., con la convinzione che siano questi i temi vitali per il futuro, il Bilderberg, la Trilaterale e tante altre organizzazioni che nelle riunioni usano il simbolo di compasso e squadretta, hanno creato i mostri delle monete uniche, del mercato finanziario incontrollato, delle banche che prendono le redini del potere e di tutti quei meccanismi che hanno prodotto quei risultati oggi sotto gli occhi di tutti.
Ma spacciare prodotti dannosi per grandi conquiste di civiltà, non è solo servito, onestamente parlando, a distrarre l’appagato e quindi pigro e poco lucido uomo medio europeo: tornando all’aneddoto infatti, quelle rose non sono servite semplicemente ad orientare il dibattito familiare su canali estetici e non economici, ma sono servite esse stesse a distruggere l’economia e l’unità di quella famiglia e di quella azienda vinicola.
Se è vero infatti, che molti versi della massoneria incitano, per il predominio sul mondo, a dividere la società e, per farlo, auspicano la corruzione dei costumi, la perdita di sacralità della donna e la stessa fine delle società omogenee europee, allora è chiaro che molti di quei provvedimenti spacciati come “diritti civili” sono serviti e servono allo scopo delle élite.
Il falso mito degli anni ’60
Prendiamo, ad esempio, gli anni ’60: è il decennio della presunta “libertà sessuale”, delle proteste che volevano la demolizione dei principi cardini della società, da lì in poi al centro del dibattito politico (o pseudo tale) ci sono stati esclusivamente o quasi i diritti civili. Si è partiti con il divorzio, poi l’aborto, poi le nozze gay, poi l’eutanasia, la ricerca sugli embrioni, adesso siamo nel decennio dei diritti civili da dare, senza se e senza ma, agli immigrati che sbarcano nelle nostre coste.
Quel che è più grave però, sono le pieghe che questi presunti dibattiti democratici hanno preso, se è vero infatti che oggi, se si va in televisione a dire di essere contrario alle nozze omosessuali, si viene accusati di essere omofobi, così come se si cerca di orientare il dibattito sull’immigrazione verso la reale questione della speculazione economica di gruppi criminali sulle spalle di poveretti costretti a lasciare le famiglie, si viene accusati di razzismo. Si è creata cioè una dittatura culturale, che viene però dipinta dello stesso colore magnifico che assumono le rose impiantate sul terreno; siamo tutti convinti di esser nel giusto, si inculca ai giovani la mentalità del progresso, del consumismo, si dipinge la civiltà per come le élite vogliano che si dipinga.
Diritti civili e stile di vita
Torniamo un attimo agli anni ’60: da cosa è partito, a livello artistico–sociale, questo marasma? E soprattutto da dove? Guarda caso, dalle patrie di chi ha vinto la seconda guerra mondiale e da chi quindi ha iniziato ad imporre la propria cultura anglosassone anche nei paesi neolatini; facciamoci caso: basta sentire una schitarrata elettronica ed una parola con accento inglese, che subito si giudica positivamente anche la più becera tra le canzoni. E così, a partire da chi è cresciuto negli anni ’70 e ’80, si è diffusa l’idea che il cinema americano sia il migliore, che la musica inglese sia la più alta forma d’arte, contrapposta al provincialismo italiano ancora fermo alle “canzonette” di Mina e Lucio Battisti, gente che non ha condotto una vita a sfasciare alberghi in giro per il mondo o a far apparire positivo drogarsi con tutte le sostanze possibili ed immaginabili.
Diritti civili tra cultura, miti e stili di vita
In poche parole, si è avuta la diffusione di gruppi e band che hanno proposto uno stile di vita nella quale l’etica è stata fatta apparire come vetusta, retrograda e dannosa; per esempio, chi ha avuto la possibilità di guardare il film (?) sulla vita di Eminem, imbecille sfascia strumenti in voga negli anni 2000, il quale ha interpretato se stesso nella pellicola in un nauseabondo culto della personalità, ha potuto notare in molte scene la derisione verso chi aveva una famiglia “rose e fiori”, senza che nessun membro fosse stato arrestato, avesse tradito la moglie o si fosse divorziato.
È solo un caso la diffusione di questa cultura tramite queste band? Non proprio: è stato dimostrato di recente, che i Rolling Stones venivano finanziati dal principe Rupert zu Loewenstain, amico dei Rothschild ed a capo dello Snom, potente organizzazione paramassonica, così come è stato dimostrato che il capo della Emi, la casa discografica che lanciò i Beatles (coloro che dissero, ad un certo punto, “siamo più famosi di Gesù”), era legato ai servizi segreti inglesi ed alla massoneria londinese.
Idoli creati ad arte
O ancora, il paladino dei No Global, colui che viene etichettato come un “eroe del terzo millennio”, Bono Vox, cantante degli U2, è lautamente pagato dalla Monsanto, la multinazionale del cibo che sta avvelenando mezzo pianeta con i suoi prodotti geneticamente modificati e con l’ausilio di pesticidi potenti che negli Usa hanno fatto diminuire del 60% la popolazione delle api, gli insetti cioè da cui dipende la catena alimentare ed il mantenimento del 90% del cibo che ogni giorno mangiamo.
Come si vede dunque, dietro ogni nuovo idolo, creato ad arte (è il caso di dire), spacciato ai giovani come esempio da seguire e come emblema del grado di libertà raggiunta dalla società, si celano finanziatori, massoni, servizi segreti e multinazionali; e così, il giovane del terzo millennio europeo, con i suoi idoli musicali spuntati dal nulla, con la sua convinzione di esser libero, con la sua convinzione di esser rivoluzionario grazie alla maglietta di Che Guevara ed alla retorica anticlericale che sfodera con gli amici, non sospetta nulla del pericolo che grava sul suo futuro e del possibile disastro sociale a cui va spedita l’Europa, divenendo quindi complice della sua stessa fine.
Ma si è ancora in tempo: molti adolescenti, iniziano a svegliarsi ed a diffidare degli idoli prodotti dalla cultura di massa. Non sono la maggioranza forse, ma con l’avanzare della crisi e la perdita dei falsi privilegi materiali, sono sempre di più: per concludere con la metafora prima citata, fin quando non sarà estirpata l’ultima vigna, sarà sempre possibile ridare a quel terreno lo splendore di cui godeva un tempo.
di Redazione