Europa

Detenzioni amministrative nei Territori occupati palestinesi: Israele riconosca le convenzioni internazionali e liberi Samer Issawi

di Redazione

Assopace Palestina si unisce agli appelli che stanno arrivando da ogni parte del mondo per salvare la vita di Samer Issawi, in sciopero della fame nelle carceri israeliane, e per chiedere alle istituzioni internazionali di agire per fermare questa tragedia ed imporre ad Israele il rispetto delle convenzioni internazionali sui diritti umani e le detenzione dei prigionieri.

Samer Issawi, 33 anni di Gerusalemme Est, digiuna da oltre 200 giorni ed è ancora vivo solo grazie a flebo di glucosio e sali minerali. In questi mesi ha perso ben 47 kg e vive su una sedia a rotelle, ridotto a poco più di uno scheletro. Arrestato nel 2002 per appartenenza a un gruppo armato, Issawi era stato rilasciato nell’ottobre del 2011 ma a luglio 2012 è stato nuovamente incarcerato per aver violato i termini dell’accordo di rilascio, ovvero non uscire da Gerusalemme.

In questi giorni sta rischiando la vita per portare avanti la battaglia contro la detenzione amministrativa sistematicamente praticata da Israele, che prevede la detenzione, anche per anni, senza accuse precise e senza processo. Sono 310 i cittadini palestinesi che si trovano in questa situazione, mentre sono, complessivamente, 5.000 quelli detenuti: tra di loro anche adolescenti, donne e anziani. Tutti sono sottoposti a pressioni, maltrattamenti, impedimento di visite dei familiari, in una situazione di violazione certificata anche dall’incaricato speciale delle Nazioni Unite per i diritti umani, Richard Falk, che ha parlato di “detenzione disumana”.

Per questo, assieme a Issawi, continuano la “lotta delle pance vuote” anche Tareq Qadan, Jaffar Ezzedin e Ayman Sharawneh, Akram Rikhawi, Khader Adnan e tanti altri. Come loro, in passato, sono stati centinaia i detenuti palestinesi che hanno fatto ricorso allo stesso strumento di lotta utilizzato da Bobby Sands, l’attivista nordirlandese dell’Ira che, nel maggio 1981, morì dopo 66 giorni di sciopero della fame.

“Parteciperemo ed invitiamo a partecipare, pertanto, alla manifestazione convocata dalla Comunità Palestinese, che si terrà giovedì 21 febbraio 2013, dalle ore 17.00 alle 19.00, davanti alla sede della Croce Rossa Italiana, in via Toscana 12, a Roma” dichiara Luisa Morgantini, Presidente di Assopace Palestina e già vicepresidente del Parlamento europeo. “Vogliamo così, manifestare la nostra solidarietà con Issawi e gli altri detenuti”, prosegue, “ma anche appellarci alla comunità Internazionale, e all’Unione Europea affinché, invece che continuare a mantenere relazioni privilegiate con Israele, agiscano per fermare la violazione dei diritti umani, portata avanti quotidianamente e sotto gli occhi di tutti”.

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