Datagate: armi di distrazione di massa in azione
di Mauro Indelicato
Come sempre, dai social network esce sempre un tipo di saggezza, in sporadici ma emblematici casi, che possono dare bene l’idea di ciò che accade nella realtà: “L’Italia è come quel marito che dopo anni di tradimento della moglie sotto i propri occhi, adesso grida al tradimento”. La frase, estrapolata da più conversazioni su Facebook, dà in effetti l’idea di quello che rappresenta oggi, non solo per il nostro paese, il cosiddetto caso “Datagate”.
Su tutti i giornali e telegiornali tradizionali, campeggiano in bella mostra titoli circa i “risentimenti” dei vari governi del vecchio continente sulle rivelazioni di Snowden, rifugiato a Mosca, in cui l’ex funzionario della CIA, mostra come miliardi di conversazioni vengono spiate quotidianamente dai servizi segreti USA, i quali intercettano anche 35 capi di stato, tra cui Angela Merkel, la prima a convocare d’urgenza l’ambasciatore a stelle e strisce a Berlino. Sembrerebbe quasi, un braccio di ferro tra Europa ed USA, ma in realtà sotto c’è ben altro.
In primis, queste intercettazioni, sono uscite diversi mesi fa ed è da parecchio tempo che circolano in sordina anche sui media; ma al di là di tutto, è evidente come da decenni da Washington ci sono uditi fini che ascoltano ed intercettano non solo l’Europa, ma mezzo mondo. Inoltre, come possono gli USA fare a meno di controllare capi di stato o di governi spesso imposti o comunque “sponsorizzati” da loro stessi? E allora, perchè creare ad arte questo ennesimo ed estenuante teatrino?
Come prima cosa, distrarre la gente e catapultarla su notizie che corrono presso binari morti, rappresenta una circostanza sempre “ben gradita” da tutta l’elite ed è un esercizio che non guasta mai; ma soprattutto, le elezioni europee incombono ed uno dei tanti capi di governo che, dopo aver annunciato chiarimenti, stringe la mano al segretario di Stato USA, John Kerry, ossia Enrico Letta, ha affermato che c’è la “preoccupazione” che il prossimo parlamento di Strasburgo abbia una maggioranza contraria alle scelte “europeiste”, grazie ad un’opinione pubblica sempre più disgustata da un’Europa oramai fanalino di coda del mondo.
Ecco quindi, che far finta di alzare toni e voce contro gli USA, potrebbe essere un buon viatico per dimostrare come anche i governi attuali, affini al sistema vigente, fanno gli interessi del vecchio continente e non soltanto quello del nuovo continente. Adesso bisogna vedere, se l’opinione pubblica abbocca: in giro, molta gente sorride al solo pensiero che soltanto ora ci si rende conto dello spionaggio made in USA. Che sia di buon auspicio per smontare l’ennesimo circo mediatico?