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Dall’Arabia Saudita il Mers sbarca in Egitto e in Grecia. Panico anche in Europa

di Cristina Amoroso

Le autorità saudite hanno riferito di altri 14 casi del virus Mers, portando così il numero totale di persone infette a 313. Il Paese è stato accusato di mancanza di trasparenza nel controllare la diffusione del virus. Quest’ultimo focolaio del virus Mers ha coinvolto le autorità saudite prima del Ramadan, quando milioni di pellegrini hanno affollato il Paese.

Il Ministero della Salute ha segnalato i 14 nuovi casi di sindrome respiratoria nella capitale Riyadh. In totale, 92 persone sono morte di Mers in Arabia Saudita, secondo dati ufficiali del Ministero della Salute. Uno degli ultimi ad essere infettato è stato un turco di 65 anni in pellegrinaggio a La Mecca, alimentando i timori che il Ramadan vedrà il numero di casi aumentare drasticamente.

Le autorità sanitarie stanno attualmente indagando da dove proviene il virus e su come arginare l’epidemia. La sindrome respiratoria Medio Oriente Coronavirus (Mers) non ha attualmente alcuna cura conosciuta ed è considerata più letale del virus della Sars, che ha ucciso oltre 800 persone durante il focolaio del 2002-03 in Cina.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha chiesto ulteriori indagini sul virus e sospetta che il Mers possa essersi mutato, diventando più trasmissibile tra gli esseri umani. Un portavoce dell’Oms ha dichiarato che l’organizzazione era “preoccupata” per il numero crescente di casi. “Questo solo evidenzia la necessità di saperne di più sul virus, sulla trasmissione e sul percorso di infezione”, ha dichiarato il portavoce alla Reuters.

La critica è stata rivolta al Ministero della Salute saudita per la sua gestione della pandemia, nel timore di diffusione del virus a livello internazionale. Funzionari governativi sauditi hanno cercato di dissipare i timori di un’epidemia globale e smentito la mancanza di trasparenza a livello governativo.

Lunedì, il governo ha rimosso il ministro della Salute, Abdullah al-Rabiah, dalla sua posizione senza alcuna spiegazione ufficiale. Il suo sostituto, Adel Fakieh, ha promesso “trasparenza e informazioni tempestive ai media e alla società”.

Sabato scorso il primo caso di Mers è stato registrato in Egitto, secondo la comunicazione della Tv di Stato. Si tratta di un paziente in un ospedale de Il Cairo arrivato recentemente dall’Arabia Saudita. Il suo arrivo al Cairo, città popolosa al limite del formicaio, preoccupa anche i Paesi del Mediterraneo.

Inoltre, il Centro Ellenico  per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie (Keelpno) ha lanciato l’allarme sanitario dopo la conferma dei laboratori del primo caso di infezione da virus Mers registrata nel Paese. Il paziente è un greco di 69 anni sbarcato all’aeroporto internazionale Elefterios Venizelos di Atene, proveniente dall’Arabia Saudita prima di Pasqua e si tratta, secondo la stampa ateniese, del decimo caso di infezione da Mers registrato in Europa.

Ebola è un pericolo grave, ma Mers è un pericolo ancora più grave, perché la sua diffusione avviene per via aerea – basta un colpo di tosse – e quindi è incontrollabile. Il suo arrivo in nordafrica, punto di partenza di migliaia di clandestini, mette l’Italia davanti un altissimo rischio.

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