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Dahiyeh, una storia di Fede e Resistenza

Dahiyeh, così viene chiamata l’immensa periferia meridionale di Beirut, abitata da quasi 800mila libanesi in larga maggioranza musulmani sciiti. Prima degli anni ‘80, Dahiyeh era composta da una più ampia varietà di sfondi confessionali, situazione mutata durante la guerra civile del 1975, quando migliaia di sciiti in fuga dai continui attacchi israeliani sui loro villaggi nel sud del Libano si stabilirono nei sobborghi meridionali di Beirut.

Dahiyeh manifestò il suo primo atto di Resistenza oltre 200 anni fa, quando i residenti rifiutarono di versare le imposte fondiarie richieste da Fakhr-al-Din II. Anche durante il periodo ottomano si svilupparono vasti movimenti di resistenza popolare. Nel corso del mandato francese, giovani di Dahiyeh si opposero alla dominazione di Parigi sparando durante una parata per il generale Henri Gouraud a Burj el-Barajneh.

Dal sud e dalla Beka’a verso Dahiyeh

Tra l’inizio della guerra civile libanese nel 1975 e l’inizio dell’invasione israeliana nel 1978, migliaia di libanesi provenienti dal sud del Paese e dalla Valle della Beka’a si trasferirono a Dahiyeh in cerca di lavoro, in quanto il livello di povertà e disoccupazione era diventato insopportabile. Molti vi rimasero per diversi anni a causa dell’occupazione israeliana che impediva loro di tornare nelle loro città e nei loro villaggi. Questa situazione perdurò fino alla liberazione del sud del Paese, avvenuta nel maggio del 2000 ad opera della Resistenza libanese di Hezbollah.

Dopo la fine della guerra civile, Dahiyeh ha subito due devastanti attacchi da parte della forza aerea israeliana. La prima volta nel 1996 durante la guerra di aprile, quando decine di civili furono uccisi e centinaia rimasero feriti, e la seconda nell’estate del 2006, durante la guerra dei 33 giorni. Quest’ultima aggressione provocò la morte di centinaia di civili, e la parziale o completa distruzione di 35mila appartamenti.

Nonostante la distruzione, dopo la guerra furono esposti striscioni con la scritta “Anche se tutti gli edifici cadono, Dahiyeh non cadrà”, confermando il sostegno costante dei residenti per la Resistenza. Poche settimane dopo, furono avviate le operazioni di ricostruzione, alla fine del 2013 tutti gli edifici erano già stati ricostruiti.

Aggressioni israeliane

Le innumerevoli aggressioni contro le loro case e le loro famiglie, hanno sviluppato una naturale cultura della Resistenza tra la gente di Dahiyeh. Di pari passo è cresciuto anche il sostegno nei confronti di Hezbollah, visto come l’unico movimento capace di sconfiggere Israele. Dalla sua fondazione (1982), il Partito di Dio è divenuto l’unico punto di riferimento per tutti i cittadini sciiti e non solo, in quanto il movimento di Resistenza si è sostituito alle istituzioni da sempre assenti nella periferia meridionale di Beirut. Ha sviluppato una gigantesca catena di Fondazioni caritatevoli che ramificate non solo a Beirut sud, ma su tutto il territorio nazionale, garantiscono ancora oggi tutti quei servizi primari per le fasce deboli della popolazione libanese, sciiti e non.

Oggi Dahiyeh è stata ricostruita completamente, è rinata ancora una volta dalle sue macerie ed è più bella e forte di prima. Non è rinata per volontà del governo libanese o della comunità internazionale, ma solo grazie alla fede della sua gente e al coraggio della sua Resistenza.

di Yahya Sorbello

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