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Crisi di governo (farsa), si dimette Conte

La crisi di governo più estiva nella storia della Repubblica è arrivata ieri al suo epilogo con le dimissioni del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che in un intervento durissimo, seppur tardivo, nei confronti del ministro Matteo Salvini ha scaricato sulle spalle del leader leghista l’intera responsabilità della crisi del governo. Un esecutivo che è durato poco più di un anno e che è andato avanti grazie alle continue concessioni che i grillini hanno fatto a Salvini che, nel giro di un anno, ha raddoppiato il propri consensi passando da un 17% delle politiche del 2018 al 33% delle europee del 2019, scavando un fossato che ha decretato la fine del governo.

Conte non ha esitato nell’indicare come unico responsabile della crisi Matteo Salvini che siedeva alla sua destra, un discorso tanto duro quanto tardivo, un discorso che si sarebbe dovuto tenere molto tempo prima in modo da evitare la parabola ascendete del capo della Lega. Giuseppe Conte ha fatto il Presidente del Consiglio quando ormai non serviva più, lo ha fatto certamente in modo impeccabile, ma la frittata è ormai fatta ed il 40% dei consensi, stando ai sondaggi, difficilmente potranno essere scalfiti da queste beghe. Salvini conserva ancora un appeal sulla popolazione italiana e le future quanto probabili elezioni potrebbero consegnare ad un centro destra unito una maggioranza schiacciante in ambedue le Camere.

Elezioni che appaiono probabili visto anche lo smaccarsi di Matteo Renzi che in un discorso molto duro ha parlato di rispetto della Costituzione, senza ricordare che ha tentato di snaturarla con il referendum che ha segnato la sua fine politica. Ha parlato anche delle vicende dei migranti bloccati sulle navi delle Ong, dimenticando le scellerate politiche di Minniti ma soprattutto si è posto come il vero dominus del Partito Democratico, grazie anche allo spazio lasciato libero da un silente Nicola Zingaretti.

Un Pd che assume sempre più le sembianze di uno specchio frantumato: correnti parlamentari in mano a Renzi, correnti interne in mano a Zingaretti. Quindi, se questa è l’opposizione, non deve stupire nessuno l’attuale situazione politica italiana. In un Paese che non conosce la propria storia, non riconosce il vero nemico e Padrone, in cui il popolo è inerme davanti alle nefandezze che da oltre 70 anni vengono compiute in questa nazione, dovremmo solo iniziare a prendere consapevolezza che siamo degni di tutto questo. Quindi, se l’unica risposta è abbaiare, il silenzio resta l’ultimo e unico gesto dignitoso.

di Sebastiano Lo Monaco

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