Cosa vuole l’Arabia Saudita dal Libano?
La stampa libanese ha annunciato l’imminente visita di Saad al-Hariri, il primo ministro libanese, a Riyadh. La data del viaggio non è stata ancora fissata. L’alto incaricato d’affari saudita di Riadh, Wahid al-Bukhari, è stato in Libano giorni fa, ma non è chiaro se il suo viaggio abbia qualcosa a che fare con quello di Hariri. Il primo ministro libanese dovrebbe formare a breve il prossimo governo del Libano, possibilmente il suo viaggio a Riyadh è in funzione di ciò.
Desta molti sospetti la concomitanza del viaggio di Saad al-Hariri in Arabia Saudita con la formazione del nuovo gabinetto del Libano. Il timore è che Riyadh possa pianificare nuovamente di intervenire negli affari interni del Libano e impartire istruzioni sul nuovo governo.
Sul tema è intervenuto il ministro degli Esteri libanese, Gibran Bassil, che ha fatto riferimento al coinvolgimento dell’ambasciatore saudita Waleed Al-Yaqub nelle elezioni parlamentari in Libano, avvertendo coloro che sono in carriera diplomatica a conoscere i propri limiti ed evitare di interferire negli affari interni del Libano. Inoltre, il quotidiano Al-Akhbar in un rapporto ha citato anche diplomatici arabi che hanno confermato lo sforzo dell’Arabia Saudita di influenzare le elezioni del Libano con l’obiettivo di integrare l’alleanza del 14 marzo.
Il giornale ha anche riferito dell’imminente viaggio di una delle massime delegazioni saudite in Libano. Sono previsti incontri con il primo ministro Saad Al-Hariri, al fine di dare la priorità all’Alleanza del 14 marzo e un incontro con le Forze libanesi, guidate dal famigerato “macellaio” Samir Farid Geagea.
Un altro punto caldo è la questione riguardante la netta vittoria ottenuta da Hezbollah e dalla Resistenza nelle ultime elezioni parlamentari nel Paese, un problema che ha profondamente preoccupato i sauditi. Pertanto, il regime saudita cercherà di attuare la massima pressione e influenza in Libano, tramite il loro fedele fantoccio al-Hariri, per colpire la Resistenza e metterne in ombra la sua vittoria decisiva.
I sauditi sanno bene che la vittoria di Hezbollah e della Resistenza libanese alle elezioni parlamentari è solo un messaggio importante e strategico che il popolo libanese non è coinvolto dalla partecipazione delle forze militari di Hezbollah nella guerra in Siria. La gente del Libano ha ben capito l’importanza strategica del risolutivo intervento militare di Hezbollah oltre i confini del Libano.
I funzionari sauditi sanno anche che l’accettazione da parte dei libanesi di Hezbollah, significa accettare la politica di Hezbollah nell’affrontare il regime sionista. Questi sono gli stessi messaggi che i funzionari di Riyadh hanno ricevuto dai risultati delle elezioni libanesi. Pertanto, al-Hariri è l’elemento che ha sempre dimostrato la sua dedizione ai sauditi ed è considerato la migliore figura libanese su cui Riyadh possa contare.
Il perchè delle sanzioni contro Hezbollah
L’Arabia Saudita e i suoi alleati hanno recentemente messo al bando il movimento libanese di Hezbollah. Ciò è accaduto dopo che gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni economiche a un certo numero di alti funzionari del Partito di Dio. In effetti, chiamare Saad al-Hariri a Riyadh in questo momento e alla vigilia della formazione del gabinetto è chiaramente legato al ruolo sempre più determinante di Hezbollah, sia in ambito nazionale che regionale.
Uno dei principali obiettivi di annunciare la lista delle sanzioni contro Hezbollah da parte dei sauditi, poco prima della vittoria della Resistenza alle elezioni parlamentari libanesi, è stato quello di tentare di distrarre l’opinione pubblica da questa grande vittoria. I sauditi hanno cercato di trasmettere questo messaggio al popolo libanese secondo cui continuare a sostenere Hezbollah non era una buona opzione, e non avrebbe portato nulla di buono per il Libano.
Un altro scopo delle sanzioni imposte da Riyadh contro Hezbollah è quello di influenzare il processo di formazione di un futuro governo in Libano, che sarà presto presentato. Ciò che i sauditi vogliono dal futuro governo libanese è garantire gli interessi di Riyadh. Sfortunatamente per il regime saudita, i risultati elettorali indicano chiaramente che Hezbollah potrà stabilire un governo in linea con i suoi programmi, soprattutto in politica estera.
Libano, Hariri e la detenzione saudita
In ogni caso, come sembra, Saad al-Hariri non ha appreso nessun insegnamento dal fallimento delle elezioni parlamentari libanesi, né dall’amara esperienza dell’arresto in Arabia Saudita, un incidente confermato anche dal presidente francese Emanuel Macron nel corso di un’intervista con la rete Bfm. Tuttavia, Saad al-Hariri continua ad essere influenzato dall’indottrinamento della Casa Saud che non ha pietà di lui o delle sue attività politiche in Libano.
Indubbiamente, con la vittoria di Hezbollah alle elezioni parlamentari libanesi, l’equazione politica nel Paese è completamente cambiata e i sauditi non possono più dettare le loro richieste al loro elemento subordinato, Saad al-Hariri, e cambiare gli sviluppi politici in Libano a loro favore. Pertanto, le condizioni prevalenti oggi in Libano sono molto diverse da quelle che abbiamo visto prima delle elezioni parlamentari, e questo è qualcosa che è stato trascurato dalle autorità saudite.
di Giovanni Sorbello