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Cosa sappiamo del bunker segreto della Casa Bianca?

La fuga di Donald Trump nel bunker segreto della Casa Bianca dopo che i manifestanti hanno fatto irruzione nei pressi dell’edificio ha sollevato curiosità circa il famoso rifugio sotterraneo presidenziale degli Stati Uniti. Il servizio segreto americano è il responsabile del trasferimento del presidente Donald Trump. Venerdì sera, quando le persone protestavano nei pressi della Casa Bianca per l’omicidio del cittadino nero di Minneapolis, George Floyd, Trump è stato trasferito nel rifugio della Casa Bianca, il bunker.

Quattro giorni dopo l’omicidio da parte della polizia americana del 46enne, i manifestanti si sono radunati dietro la Casa Bianca e hanno iniziato gli scontri con le forze di sicurezza e i servizi segreti. 

La rivista Time ha riferito che Trump ha trascorso circa un’ora nel bunker segreto della Casa Bianca, costruito per emergenze e attacchi terroristici. La Cnn ha riferito che anche la moglie di Trump, Melania, è entrata nel rifugio con suo figlio di 14 anni. Il New York Times ha riferito che quando si sono intensificati gli scontri, le forze dei servizi segreti sono andate a casa di Trump e lo hanno portato nel bunker.

Il rifugio della Casa Bianca, situato ad est del palazzo, è progettato per resistere ad attacchi aerei e fornire un rifugio sicuro e un centro di comunicazione per il presidente e funzionari statunitensi in situazioni di emergenza come guerre e attacchi. Il rifugio, costruito tra la fine del ‘700 e gli inizi dell’800, è inoltre dotato di moderne apparecchiature di comunicazione, Tv e cellulare per coordinarsi con i partiti governativi all’estero.

L’utilizzo del bunker

Secondo il New York Times, durante la seconda guerra mondiale il bunker della Casa Bianca venne utilizzato per proteggere l’allora presidente Franklin Roosevelt dagli attacchi aerei su Washington.

Il vicepresidente Dick Cheney e il consigliere per la sicurezza nazionale Condoleezza Rice, insieme ad altri funzionari di Washington, sono stati trasferiti al rifugio durante gli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001. Bush non era alla Casa Bianca quel giorno e venne informato degli attacchi terroristici a New York mentre era a bordo dell’Air Foce One.

Secondo il quotidiano, Richard Clark, autore di “Fighting All Enemies” e consigliere del dipartimento antiterrorismo durante la presidenza di Bush Jr, a seguito degli attacchi dell’11 settembre, tenne riunioni e contatti per gestire la crisi all’interno del bunker.

di Yahya Sorbello

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