Continuano i brutali massacri israeliani… ma Gaza non è il Kurdistan
Sale a 38 il numero dei palestinesi assassinati da Israele nella Striscia di Gaza. Civili, anziani, donne, bambini e leader della resistenza tra le vittime della ripresa delle aggressioni israeliane. La tregua accordata di 24 ore sarebbe dovuta durare fino a mezzanotte di martedì e invece nel pomeriggio sono ripresi gli attacchi israeliani e il lancio di razzi della resistenza palestinese.
ieri mattina tre comandanti di spicco di Al-Qassam, ala militare di Hamas, sono stati uccisi nel raid aereo contro Rafah, Gaza sud, dove altri 5 civili palestinesi hanno perso la vita. I leader palestinesi uccisi sono Mohammed Abu Shammala, Ra’ed Al’Attar e Mohammed Barhum, sospettati da Israele di un diretto coinvolgimento nel sequestro di Gilad Shalit. Ai loro funerali hanno partecipato decine di migliaia di persone, compresi i leader di tutte le fazioni palestinesi.
Dopo quasi 50 giorni di bombardamenti israeliani il numero delle vittime palestinesi è salito a 2.090, mentre i feriti sono 10.500. Fa riflettere il tempestivo interventismo da parte dell’intera comunità internazionale in Kurdistan, per fermare i massacri compiuti dall’ennesimo “giocattolo” made Usa&Israel chiamato Isil; lascia invece disgustati la silente complicità con cui la stessa, assiste inerme al genocidio del popolo palestinese. Ma Gaza non è il Kurdistan.