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Eid al-Ghadir, auguri al mondo sciita

Eid al-Ghadir – “Oggi ho reso perfetta la vostra religione, ho completato per voi la Mia grazia e Mi è piaciuto darvi per religione l’Islam.” (Sacro Corano, 5:3)

In occasione dell’anniversario dell’evento di Ghadir Khum, giorno dell’ultima proclamazione pubblica, da parte del Profeta Muhammad, dell’Imam ‘Ali come suo successore, ovvero della sua autorità (wilayat) religiosa, politica e spirituale sull’intera Ummah Islamica, la Redazione di radio Italia augura a tutti i musulmani del mondo quest’evento storico.

Eid al-Ghadir è la celebrazione della perfezione dell’Islam; con la wilayat di ‘Ali, Iddio Altissimo ha completato la Sua più importante benedizione su di noi – la Guida ; e attraverso questa wilayat l’Islam è diventato la religione perfetta.

Eid al-Ghadir è un rinnovo annuale del patto e della lealtà all’Islam: in questa celebrazione si rinnova la promessa di seguire l’Islam come insegnato dal Profeta Muhammad e preservato dagli Imam della Ahlul Bayt.

Ghadir Khumm è un luogo che si trova ad alcune miglia da Mecca, sulla strada per Medina. Quando il Profeta stava passando in questo luogo il 18 Dhu’l Hijja (10 Marzo 632) nel suo ritorno dal Pellegrinaggio dell’Addio, fu rivelato il verso “O Messaggero, comunica quello che è sceso…”. Perciò, egli si fermò per fare un annuncio ai pellegrini che lo accompagnavano da Mecca e che stavano per disperdersi da quel luogo, per dirigersi verso le rispettive destinazioni. Per ordine del Profeta, fu eretto per lui uno speciale pulpito fatto con rami d’albero. Dopo la preghiera del Mezzogiorno, il Profeta sedette sul pulpito e fece il suo ultimo discorso pubblico alla folla prima della sua morte, tre mesi dopo.

Al fine del anno 10 dopo l’Hijra, il profeta Mohammad (che la pace e la benedizione di Dio sia con lui e la sua pura famiglia) si mise in viaggio verso Mecca per completare il pellegrinaggio che successivamente venne chiamato il “Pellegrinaggio d’addio”. Insieme a lui, una folla di 90mila persone si avvio’ per compire gli stessi riti.

Il famoso pellegrinaggio “d’addio'” terminò nell’ultimo mese dell’anno decimo dopo l’Egira. I musulmani impararono gli atti del Pellegrinaggio dal Profeta dell’Islam, quindi egli decise di lasciare La Mecca con l’intenzione di dirigersi verso Medina. Fu dato l’ordine di partenza, quando la carovana di pellegrini arrivò a “Rabigh”, che si trova a tre miglia da “Juhfah”; l’angelo Gabriele, rivelatore fidato, discese dal cielo in un luogo chiamato “Ghadir Khum”, e rivelò il seguente versetto al nobile Profeta:

“O Profeta! Quello che ti è stato inviato da parte di Allah, manifestalo alla gente. E se non lo diffonderai non avrai completato la tua missione divina. Allah ti proteggerà dal male della gente!”

Il tono del versetto dimostra che Dio assegnò al Profeta un compito importante, che aveva lo stesso valore della missione profetica, e che avrebbe causato la delusione dei nemici dell’Islam; quale missione più importante di assegnare la carica di guida, tutore e successore ad imam Ali davanti a più di centomila persone?

Fu perciò dato l’ordine di fermarsi. Le persone che erano davanti alla carovana sospesero il loro cammino e quelle che seguivano il gruppo si unirono a loro. Era mezzogiorno, faceva talmente caldo che un gruppo di persone avvolse parte del proprio mantello sopra la testa e un lembo sotto i piedi. Per il Profeta fu costruito un luogo ombreggiato, grazie ad un telo gettato sopra un albero, egli si mise in un punto rialzato, fissato sopra una sella di cammello, e con voce alta e udibile pronunciò il seguente sermone, che riportiamo di seguito in forma riassunta.

Ora vi proponiamo le parti piu` salienti del sermone del Profeta a Ghadir Khum:

“La lode e la gloria appartengono ad Allah. A Lui chiediamo aiuto, in Lui abbiamo fede e a Lui ci affidiamo. Ci rifugiamo in Lui dai nostri peccati e atti indegni. Signore oltre a cui non c’è altra guida e chiunque Egli guiderà, non sarà traviato. Testimonio che non c’è Essere Divino oltre a Lui, e che Mohammad è il Suo servo e profeta. O gente ascoltate! Si sta avvicinando il momento in cui risponderò all’invito di Allah e me ne andrò da voi (ovvero lascerò presto questa terra). Io sono responsabile e anche voi siete responsabili!”.

In seguito disse:b”Che cosa pensate riguardo a me? (Ho compiuto il mio dovere nei vostri confronti?)”.

In quel momento la gente, ad alta voce, volendo confermare l’adempimento al dovere da parte del Profeta, disse:

“Noi testimoniamo che hai compiuto la tua missione profetica, che ti sei impegnato in essa, che Allah ti dia una ricca ricompensa”.

Il Profeta disse: “Testimoniate che vi è una sola Divinità nel mondo, e che Mohammad è Suo servo e profeta; e non vi è dubbio nel Paradiso, nell’Inferno e nella vita eterna dell’Aldilà?”.

Tutti dissero: “Sì è vero! Testimoniamo!”

In seguito disse: “Gente! Io vi lascio due cose preziose e importanti. Voglio vedere dopo di me come vi comporterete con esse”.

In quel momento una persona si alzò e ad alta voce domandò:

“Quali sono queste due cose preziose?”

Il Profeta rispose: “Una è il libro di Allah, di cui un lato è in mano alla Potenza divina e l’altro lato nella vostra mano, mentre l’altra è la mia la mia la famiglia; Allah mi ha informato che queste due non si separeranno mai! O gente ascoltate! Non consideratevi superiori al Santo Corano e alla mia famiglia, e non disobbedite ai loro ordini, altrimenti, vi rovinerete!”.

In quel momento, prese la mano di Ali e la portò così in alto che le persone presenti videro la parte bianca dell’ascella di entrambi, e lo presentò a tutta la gente.

Poi chiese: “Chi ha sui credenti maggiore diritto di quanto non ne abbiano essi su sé stessi?”

Tutti dissero: “Allah e il Suo Profeta sono i più saggi!”

Il Profeta disse: “Allah è la mia guida, e io sono la guida dei credenti, e io ho su di loro maggior diritto di quanto non ne abbiano essi su sé stessi! O gente ascoltate!

Chiunque mi abbia scelto come sua guida ora abbia Ali come sua guida. O Allah! Ama coloro che amano Ali; e quelli che lo considerano nemico, ritienili nemici. O Allah! Aiuta le persone che sostengono Ali, e coloro che si astengono dall’aiutarlo, sottrai loro il tuo appoggio, e fai in modo che la verità sia ovunque è Ali.”

Se ben si analizza il sermone sopraccitato, in alcuni punti sono già evidenti le ragioni dell’imamato dell’imam Ali.

La saggia Volontà divina ha voluto che l’evento storico di Ghadir rimanesse una storia viva in tutti i secoli e le epoche, attirando i cuori a sé, e che gli scrittori islamici in qualunque epoca e tempo nei libri di esegesi coranica, di storia, delle tradizioni e di teologia, scrivessero riguardo a questo evento, e gli oratori religiosi nelle riunioni pronunciassero sermoni e discorsi al riguardo, rivelando le innegabili virtù dell’Imam Ali Ibn Abu Talib.

Non solamente gli oratori, ma anche i poeti hanno preso ispirazione da questo evento e hanno arricchito di luminosità il loro talento letterario, con la riflessione e la considerazione di questo avvenimento e la pura devozione per la Guida, e i loro migliori poemi in forme differenti e in varie lingue lo testimoniano.

Nessun evento storico nel mondo come quello di “Ghadir” è stato oggetto d’attenzione di differenti classi: il narratore di ahadith, l’esegeta, il teologo, il filosofo, l’oratore, il poeta, lo storico e il biografo.

Una delle ragioni dell’eternità di questo hadith è la rivelazione di due versetti del Santo Corano riguardanti questo evento, e fino a quando il Santo Corano sarà eterno, anche questa verità storica non sarà cancellata dalla memoria.

Un aspetto interessante è che dai riferimenti storici, è ben evidente che il giorno diciotto del mese arabo “Zell-Hajje” era conosciuto tra i musulmani come “Festa di Ghadir”, tale che “Ibn Khalikan” a proposito disse: “Nell’anno 487 nel giorno di celebrazione della festa di Ghadir, che è il giorno diciotto di Zell-Hajje, la gente gli promise fedeltà”.

È da notare che il famoso scienziato e il grande filosofo iraniano “Aburahan Biruni”, riporta la celebrazione di Ghadir tra le feste che tutti i musulmani ritenevano degne di considerazione e festeggiavano!

Non solamente “Ibn Khalikan” e “Aburahan Biruni” ritenevano questo giorno una festa, anche “Tha’albi” un altro dei noti sapienti sunniti, considerava Ghadir tra le celebrazioni famose della nazione islamica.

Una questione importante qui riportata è il commento del significato di Mawla che, nonostante sia chiaro, è stato interpretato con disattenzione. Poiché con quello che è stato detto, non rimane alcun dubbio sulla certezza della documentazione di questa tradizione, coloro che non possono accettare la realtà cercano di creare scetticismo e insicurezza sul significato di questa, soprattutto sul termine Mawla.

Bisogna affermare con certezza che il termine Mawla in questa tradizione, e in realtà nella maggioranza dei casi, non ha altro significato che quello di “superiorità e merito” o con un’altra definizione “imamato” e anche il Santo Corano, in molti versetti, riporta la parola Mawla con il significato di Imam.

Il termine Mawla è utilizzato in diciotto versetti del Santo Corano, di cui in dieci casi è riferito ad Allah ed è ovvio che s’intende la Sua superiorità e tutela, e solo in pochi casi è utilizzato col significato di amicizia.

Quindi non bisogna dubitare che Mawla, viene usato prevalentemente col significato di “superiore” e “più meritevole”, e anche nella tradizione di Ghadir, Mawla ha questo significato.

Inoltre, molte testimonianze ed analogie confermano queste tesi.

L’origine di questa celebrazione islamica risale all’epoca del Profeta, quando egli ordinò ai Muhajirin (Meccani trasferitisi a Medina), agli Ansar (i Medinesi) e perfino alle sue mogli di andare da Ali e complimentarsi con lui per la sua posizione di Guida e di Imam.

“Zaid ibn Arqam” disse: “Tra i Muhagirin, Abu Bakr, Umar, Uthman, Talhah e Zubair, furono le prime persone che diedero la mano ad Ali in segno di fedeltà e la cerimonia di congratulazioni e strette di mano in segno di fedeltà continuò fino al tramonto!

Fonte: Irib Italia

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