Con i petrodollari sauditi la Francia riempie di armi i Paesi del Golfo
La Francia continua a ricevere il ricco pagamento per essersi messa al servizio dei sauditi e degli altri Stati del Golfo. Dopo la firma del colossale contratto di fornitura di Rafale all’Egitto, pagato per intero dai petrodollari di Riyadh, il presidente Hollande e l’emiro del Qatar Tamin al-Thani hanno dato seguito a quanto annunciato poco tempo fa, firmando un accordo da oltre 6 Mld di euro, che prevede la fornitura di 24 Rafale (oltre all’opzione per altri 12) e un pacchetto completo di sistemi d’arma comprendente missili aria-suolo, kit per bombe guidate e quanto di meglio prodotto dalla Mbda e dalla Sagem, industrie del settore francesi; l’accordo comprende la formazione in Francia di 36 piloti e 100 tecnici per la gestione e manutenzione degli aerei.
Con questa fornitura, le cui consegne dovrebbero cominciare nel 2018, il Qatar raddoppia la sua linea d’aerei d’attacco, fin’ora basata su 12 Mirage 2000-5, già impiegati in Libia e nell’aggressione allo Yemen.
Con le due commesse (quella all’Egitto ed ora questa al Qatar) la Dassault potrà salvare le linee di produzione del Rafale, ridotte a un ritmo di 11 aerei all’anno per mancanza di ordini, e l’Mbda e la Sagem potranno tornare a respirare. È il prezzo riscosso cinicamente per sostenere senza riserve, all’Onu e in ogni altra sede, gli interessi e le politiche dei petrostati del Golfo.