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Chi realmente tira le fila degli Stati Uniti?

di Carla Cacciavillani

In una recente dichiarazione il giornalista e analista Martin Berger ha aspramente criticato il presidente statunitense Barack Obama e la sua amministrazione.
Pochi giorni fa il segretario della difesa degli Stati Uniti, Ashton Carter ha annunciato che invierà un numero ingente di soldati tra Siria e Iraq, circa 1.800, nonostante Obama abbia sempre negato la volontà di intervenire via terra per evitare gli errori del passato.

Inoltre il giornalista aggiunge che gli Stati Uniti non hanno pensato a impiegare denaro sulla vita del popolo americano, ma invece hanno investito un terzo del capitale sulle spese militari, ciò fa pensare come abbiano sempre l’ultima parola coloro che finanzia e gestisce il mercato delle armi.

Berger è fortemente critico anche nei confronti del senatore Repubblicano John McCain e Lindsey Graham, quest’ultima infatti aveva sollecitato di triplicare il numero di soldati tra Siria e Iraq. Si dice che Lindsey Graham abbia pianificato l’invasione in Siria, mandando più di 100mila truppe provenienti da Arabia Saudita, Egitto, Turchia e con il supporto di 10mila soldati americani. John McCain, tra l’altro, gode di stretti legami con i “ribelli” siriani.

Il giornalista aggiunge che loro hanno creato la coalizione anti Isil effettuando operazioni in Siria senza il consenso della comunità internazionale violando così l’articolo 51 della carta delle Nazioni Unite; quest’articolo vieta qualunque azione militare senza la decisione del Consiglio di Sicurezza delle Nazione Unite. Pertanto, esorta la comunità internazionale a non supportare la nuova “bellicosa avventura” degli Stati Uniti, ma ha sollecitato la volontà di creare un tribunale imparziale per punire tutti coloro che appoggiano le scelte militari di Stati Uniti e Gran Bretagna.

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