Carabinieri, orrore e vergogna a Piacenza
Quello che è successo a Piacenza lo si legge nei libri di Don Winslow o nei romanzi di James Ellroy dove interi posti di polizia galleggiano nella violenza e nella corruzione. Ad oggi non era mai successo in Italia che un’intera caserma dei Carabinieri venisse posta sotto sequestro. Le vicende che sono accadute a Piacenza vanno oltre ogni immaginazione.
Le intercettazioni che sono state pubblicate portano alla luce vicende di abuso di potere, violenza, corruzione e spaccio, il tutto orchestrato e manovrato da dieci militari dell’arma dei carabinieri. Reati che sono stati definiti “impressionanti” e che coinvolgono oltre i dieci carabinieri anche un agente della Guardia di Finanza. L’inchiesta della Procura della Repubblica di Piacenza ha scoperchiato un vaso di pandora terrificante.
Un’intera caserma messa sotto sequestro, un solo militare rimasto fuori dall’indagine, per gli altri dieci inquisiti il Comando generale dell’Arma ha disposto l’immediata sospensione dall’impiego, disponendo una valutazione amministrativa dei fatti per adottare con urgenza provvedimenti rigorosi e disciplinari.
I reati contestati sono quelli di traffico di droga, estorsione, arresti illegali, tortura, reati che sono stati commessi nell’arco di decenni e che nessuno ha mai avuto il coraggio di denunciare. L’indagine nasce dal traffico e spaccio di stupefacenti che vedrebbe fra i suoi esponenti di spicco un graduato dell’arma in servizio presso la stazione di Piacenza Levante che, sfruttando la divisa avrebbe gestito un’attività di spaccio attraverso pusher di fiducia agevolando la compravendita di grandi quantità di droga garantendo protezione e tornaconto economico.
Nelle pagine dell’inchiesta si legge che venivano commessi “arresti completamente falsati e perquisizioni arbitrarie” perché vi era l’obiettivo di mostrarsi migliori e più bravi degli altri colleghi portando come risultati un maggior numeri di arresti.
Carabinieri e “mele marce”
Il lockdown come catalizzatore degli abusi, perché la maggior parte dei reati sono stati commessi mentre l’Italia si difendeva dal Covid-19 rintanandosi in casa. Da uno stralcio delle intercettazione: “Hai presente Gomorra? È stato uguale, tu dovevi vedere gli schiaffoni che gli ho dato” e le vittime di questi pestaggi erano gli spacciatori che non volevano collaborare ed entrare nella rete clandestina gestita dai militari dell’arma. Da un’altra intercettazione si evince l’arrestato, innocente, venire picchiato in modo animalesco da uno dei militari tanto che un collega, ad un certo punto gli dice: “Basta che così lo ammazzi”.
L’inchiesta parla di “una serie di percosse” subite dallo spacciatore arrestato perché ammetta il reato e riveli dove tiene la droga. Viene accompagnato alla sua abitazione per consegnare lo stupefacente ai militari, e poi ricondotto in caserma e percosso nuovamente.
Le successive intercettazioni svelano il senso di impunità e di onnipotenza che investe chi indossa una divisa: “Guarda, da oggi in poi, se vuoi vendere la roba… vendi questa qua, altrimenti non lavori!”, si legge ancora in un’intercettazione e” la roba gliela diamo noi!
Ma ci chiediamo: come può un’intera caserma dei Carabinieri sfuggire al controllo delle autorità? Di “mele marce”, forse, ce ne sono più di quattro.
di Sebastiano Lo Monaco