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Cappella Dzordzor: storia e architettura in un’armonia affascinante

La Cappella Dzordzor, conosciuta anche come Cappella della Santa Madre di Dio, è un gioiello che affascina i visitatori con il suo significato storico e la sua bellezza architettonica. Il monumento è situato dodici chilometri a nord-ovest del Monastero di San Taddeo, designato dall’Unesco, in prossimità del Villaggio Barone, a circa venti chilometri da Maku.

L’architettura della Cappella Dzordzor è una miscela di design ecclesiastico armeno e la bellezza naturale dei suoi dintorni. La secolare cappella presenta una facciata modesta ma attraente, realizzata in pietra con finestre lungo le pareti che conducono a volte a botte ogivali sostenute da false colonne. L’edificio, a forma di croce, è rettangolare e ha l’aspetto di una sala di preghiera.

Misurando sette metri di lunghezza, cinque metri di larghezza e alta dodici metri, la cappella presenta una cupola con sedici scanalature, quattro archi sottostanti e altri quattro che la circondano. Quattro soffitte adornano i lati delle pareti, completate da quattro stanze interne.

Il cancello d’ingresso, posizionato sul lato occidentale, è realizzato in metallo con motivi ornati a forma di croce. In particolare, le pietre sono disposte in modo complesso e intrecciate, nascondendo alla vista la malta tra di loro. Anche le forme della croce sono incise sulle pietre, aggiungendo un tocco unico all’estetica della cappella.

La Cappella prende il nome dal vescovo armeno Hovanes Yerznkatsi, noto anche come Tsortsoretsi, che fu una figura letteraria ed educatore.

Cappella Dzordzor sommersa nel 1988

La Cappella Dzordzor è stata sommersa nel 1988 a causa dell’operazione della diga Baron. Grazie agli sforzi di collaborazione tra la società armena e gli esperti dell’allora Organizzazione iraniana per i beni culturali, l’artigianato e il turismo, la Cappella è stata sottoposta a restauro e ricostruzione per riconquistare il suo antico splendore.

In accordo con la Chiesa Apostolica Armena, le autorità iraniane ricollocarono la struttura a 600 metri nel 1987-1988, in risposta alla decisione di costruire una diga sul fiume Zangmar.

Questa mossa strategica ha impedito che la Cappella venisse sommersa nel bacino della diga. Il lago risultante, formatosi dietro la diga Baron, non solo ha preservato la Cappella, ma ha anche contribuito a creare uno scenario mozzafiato, esaltando la bellezza complessiva di questo sito storico.

Complessi monastici armeni dell’Iran

I complessi monastici armeni dell’Iran, registrati dall’Unesco, nel nord-ovest del paese, sono costituiti da tre complessi monastici di fede cristiana armena: San Taddeo e San Stepanos e la Cappella di Dzordzor.

Questi edifici – il più antico dei quali, San Taddeo, risale al VII secolo – sono esempi di eccezionale valore universale della tradizione architettonica e decorativa armena.

Secondo l’organismo culturale dell’Onu, testimoniano scambi molto importanti con le altre culture regionali, in particolare quella bizantina, ortodossa e persiana. Situati all’estremità sud-orientale della zona principale dello spazio culturale armeno, i monasteri costituivano un importante centro per la diffusione di quella cultura nella regione.

Sono gli ultimi resti regionali di questa cultura che si trovano ancora in uno stato soddisfacente di integrità e autenticità. Inoltre, in quanto luoghi di pellegrinaggio, i complessi monastici sono testimoni viventi delle tradizioni religiose armene attraverso i secoli.

di Redazione

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