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Il Canale di Suez sta perdendo la sua importanza strategica?

Il Canale di Suez potrebbe diminuire o perdere il suo ruolo strategico. Il governo egiziano intende infatti collegare il porto di La Alamein, sulle coste del mar Mediterraneo, al porto di El-Sokhna, sul mar Rosso, attraverso una linea ferroviaria ad alta velocità. Questo quanto dichiarato dal ministro egiziano dei Trasporti, Hesham Arafat. Questo progetto ha suscitato interesse a livello internazionale e sarebbero almeno dieci le compagnie disponibili a concorrere per la firma del contratto.

Canale di Suez

Secondo alcuni analisti, il primo impatto della linea ferroviaria ad alta velocità potrebbe essere appunto sul Canale di Suez, che dal 1869 funge da collegamento tra i due mari e che negli ultimi anni, in particolare dopo le cosiddette “Primavere arabe”, sta soffrendo di una diffusa insicurezza. Nonostante ciò, nei primi mesi del 2018, gli introiti del Canale di Suez sarebbero aumentati del 15 per cento rispetto all’anno precedente, con un incremento delle rendite fino a 887 milioni di dollari nel mese di febbraio.

L’importanza geopolitica del Canal di Suez

Ciò che ha reso strategico finora il Canale di Suez non è solo la sua portata a livello economico ma anche la sua posizione geografica. Il Canale infatti consente all’Egitto di disporre di uno spazio fondamentale dal punto di vista geopolitico per l’intera regione, tanto da essere stato causa di guerra nel 1956, quando venne occupato dalle forze israeliane sostenute da Francia e Regno Unito.

Già nel 2012 il governo israeliano aveva iniziato a studiare una soluzione per collegare il porto di Eliat sul mar Rosso a quello di Ashdot nel Mediterraneo. Soluzione che ha avuto il via libera nel 2014 ma la cui realizzazione non è ancora iniziata. Questo progetto del governo israeliano è la dimostrazione che ancora oggi il Canale di Suez gioca un ruolo fondamentale per tutti gli attori regionali e una possibile alternativa terrestre in territorio israeliano o egiziano potrebbe fornire vantaggi economici e politici considerevoli alle relative nazioni.

di Irene Masala

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