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Ben Gvir: “Pena di morte per alleviare sovraffollamento”

Itamar Ben Gvir, ministro della Sicurezza del regime sionista, ha chiesto l’esecuzione dei prigionieri palestinesi per alleviare il sovraffollamento nelle carceri del regime.

Ben Gvir e crisi carceraria

Scrivendo sui social media, Ben Gvir ha accolto con favore la decisione dell’esercito israeliano di costruire 936 ulteriori posti carcerari per i “prigionieri di sicurezza”. “La costruzione aggiuntiva consentirà al servizio carcerario di accoglierne di più e porterà una soluzione parziale alla crisi carceraria che esiste nello Shabak”, ha dichiarato, riferendosi al servizio carcerario del regime occupante. “La pena di morte per loro è la giusta soluzione al problema della carcerazione, fino ad allora – sono felice che il governo abbia approvato la mia proposta”.

In una dichiarazione rilasciata in occasione della Giornata dei prigionieri palestinesi, l’ufficio stampa di Gaza ha affermato che oltre 5mila palestinesi sono stati arrestati dal regime sionista durante l’attuale guerra a Gaza, iniziata il 7 ottobre. L’ufficio ha inoltre affermato che i prigionieri palestinesi stanno subendo le peggiori torture nelle carceri israeliane e ha chiesto alla comunità internazionale di intervenire.

Negazione di ogni diritto

A febbraio l’ufficio della Difesa pubblica israeliana ha pubblicato un rapporto in cui affermava che alcune carceri israeliane erano state dichiarate in stato di emergenza a causa del grave sovraffollamento. 
Durante una visita dei membri dell’Ufficio della Difesa pubblica, sono state constatate condizioni squallide, tra cui un “sovraffollamento intollerabile”, con meno di tre metri quadrati di spazio per persona, cattive condizioni igieniche, problemi di parassiti, ventilazione inadeguata e mancanza di beni di prima necessità per i carcerati. Il rapporto afferma che il sovraffollamento ha causato alle persone stress e ansia, che a volte possono causare inutili attriti nelle celle. 

Una dichiarazione dell’Ufficio della Difesa pubblica afferma di aver assistito ad una “crisi carceraria senza precedenti, in cui detenuti e prigionieri sono stati affollati in spazi abitativi disumani”. Ha aggiunto che quasi la metà dei detenuti in Israele sono tenuti in condizioni dure che non soddisfano il “primo passo” dello spazio vitale stabilito dall’Alta Corte, che stabilisce che devono essere tenuti in un’area non inferiore a tre metri quadrati.

Il gruppo per i diritti dei palestinesi Addameer ha affermato che Israele detiene 9.500 prigionieri politici palestinesi, esclusi quelli prelevati da Gaza. “La data del 7 ottobre ha segnato un punto di svolta significativo che ha imposto trasformazioni radicali sulla realtà dei prigionieri nelle carceri dell’occupazione israeliana”, ha affermato il gruppo in una nota. “Ciò si è riflesso in tutte le dimensioni legate a questo problema, alla luce dell’aggressione globale contro il nostro popolo e i suoi detenuti, e del genocidio in corso contro il nostro popolo a Gaza da oltre sette mesi”.

di Redazione

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