Asse della Resistenza

Basij al fianco delle minoranze religiose

La Volunteer Basij Force Organization iraniana ha lanciato una campagna di beneficenza che mira a identificare e aiutare i bisognosi di diverse minoranze religiose. L’azione umanitaria è stata annunciata durante una conferenza stampa a cui hanno partecipato rappresentanti delle comunità cristiane ed ebraiche nel parlamento iraniano. L’aiuto include cibo e altri bisogni di base, insieme a dispense in denaro che coprono la spesa mensile di una famiglia media.

La Forza Basij afferma che questa attività di beneficenza arriva poiché molte famiglie stanno subendo la crescente pressione economica derivante dall’inflazione, dalle sanzioni ed esacerbata dalla pandemia di coronavirus.

L’Iran è un Paese prevalentemente musulmano, ma ospita anche seguaci di altre religioni, come ebrei, cristiani e zoroastriani.

L’organizzazione iraniana afferma che indipendentemente dalle loro credenze religiose, queste minoranze sono iraniane. Tali eventi umanitari rafforzano i legami nazionali e promuovono la coesistenza pacifica. Gli organizzatori affermano che gli sforzi umanitari trascendono l’etnia e la fede.

Chi sono i Basij?

Circa un anno dopo la vittoria della Rivoluzione Islamica, il 26 novembre 1979, l’Imam Khomeini chiese la formazione della Forza Basij con l’obiettivo di preparare i militari e la difesa contro le minacce dei nemici. Il 30 aprile 1980, fu approvato un progetto di legge per formare l’Organizzazione Nazionale Basij. Secondo il disegno di legge, Basij ha il compito di prevenire e contrastare qualsiasi aggressione militare straniera, minacce politiche, economiche e culturali, nonché disastri naturali.

Dopo la Guerra Imposta dall’Iraq (1980-88), questa entità rivoluzionaria è cresciuta e le sue attività si sono espanse. Basij si batte per l’eliminazione della povertà e la realizzazione di un’economia di Resistenza.

Il leader della Rivoluzione Islamica, l’Ayatollah Ali Khamenei, il 7 maggio 2000, ha emesso una direttiva per stabilire Basij-e Sazandegi, letteralmente il Basij per lo sviluppo, al fine di incoraggiare i giovani a partecipare allo sviluppo dell’agricoltura e delle risorse naturali nei villaggi e nelle città.

L’attuazione di questo piano ha portato all’aumento della produttività del lavoro, alla formazione di una forza lavoro qualificata, alla creazione e al rafforzamento delle opportunità di lavoro e al supporto delle imprese, al miglioramento della formazione professionale, allo sviluppo del settore agricolo, al miglioramento del sistema esecutivo e amministrativo del Paese, all’aumento delle attività di costruzione, allo sviluppo agricolo sostenibile e protezione delle risorse naturali rinnovabili e risparmio sui costi amministrativi.

di Yahya Sorbello

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