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Milioni di bambini afghani privati dell’istruzione

Milioni di bambini afghani, quasi un terzo di tutti i bambini del Paese devastato dalla guerra, sono attualmente fuori dalla scuola, col risultato che aumenta il rischio di lavoro minorile, di reclutamento da parte di gruppi armati, di un matrimonio precoce e di altre forme di sfruttamento.

bambini afghaniSecondo Save the Children più di 400mila bambini afghani quest’anno devono lasciare la scuola a causa della crescente instabilità e del ritorno forzato di rifugiati afghani dal Pakistan, aggiungendosi ai 3,7 milioni già fuori dalla scuola. Nel 2016  sono tornati dal Pakistan più di 600mila afghani e circa un milione in più sono attesi nel 2017, dopo l’inasprimento delle norme da parte delle autorità pakistane. Più della metà dei bambini afghani ritornati nel Paese non frequentano la scuola e spesso lavorano per strada perché i loro genitori non trovano lavoro.

Un Paese straziato da un conflitto senza fine

Le Forze militari della coalizione guidata dagli Usa entrarono in Afghanistan per rimuovere il controllo dei talebani più di 15 anni fa, dopo gli attacchi contro gli Stati Uniti dell’11 settembre 2001. Oggi, nonostante la catastrofe causata dall’impegno americano restano nel Paese circa 8.400 soldati Usa e circa 6.400 soldati della Nato, a seguito della riduzione delle truppe della Nato nel 2014.

Più di 5.500 soldati afghani sono stati uccisi nel corso dei primi otto mesi del 2016, secondo la Reuters, che ha aggiunto che le forze di sicurezza afghane hanno il controllo al massimo di due terzi del Paese. Dall’inizio della guerra in Afghanistan fino alla fine del 2014, circa 22mila tra agenti di polizia afgani e soldati sono morti, secondo Neta Crawford, co-direttore dei Costi del Progetto guerra. Dal 2001 alla metà del 2016, 173mila civili in Afghanistan e Pakistan sono morti nel corso della guerra condotta dagli americani e più di 183mila civili sono stati feriti gravemente.

Gli Stati Uniti stanno lavorando ad una nuova strategia per l’Afghanistan, dopo che il mese scorso il generale americano John Nicholson, che comanda le forze Nato in Afghanistan, ha sottolineato la necessità di distribuire migliaia di altre truppe nel Paese. La nuova strategia americana è in discussione tra l’esercito americano e il segretario alla Difesa Jim Mattis, “Mad dog”, ben conosciuto in Afghanistan per avervi guidato le operazioni militari dal 2001.

L’educazione non può attendere

Quando scoppia un conflitto o si cronicizza come in Afghanistan, i bisogni educativi dei bambini e dei giovani diventano l’ultima preoccupazione, dopo il cibo, l’acqua, il riparo e la protezione.          In questo momento, le guerre, i disastri naturali e altre emergenze si stanno moltiplicando in tutto il mondo – più frequenti, complessi e dirompenti più che mai. Durante queste crisi, i bambini e i giovani vi vivono spesso dentro, o sono spostati in contesti in cui i governi non possono fornire servizi di istruzione. Più di 75 milioni di bambini e giovani (età 3-18) sono attualmente fuori dalla scuola in 35 Paesi colpiti dalla crisi, tra cui l’Afghanistan e lo Yemen. È uno dei dati drammatici dell’infanzia e dell’adolescenza contenuti nel rapporto annuale dell’Unicef.

di Cristina Amoroso

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