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Australia: megacontratto da 34 miliardi di euro vinto dai francesi

di Redazione

A fine aprile il Governo australiano ha reso noto il partner che dovrà realizzare, presso i cantieri Asc di Adelaide, i 12 sottomarini A.i.p. (Air Indipendent Propulsion) previsti dal Project Sea-1000. Si tratta di un contratto colossale dell’importo di 34 Miliardi di euro; ad aggiudicarselo è stato il gruppo industriale francese Dcns (Direction des Costructions Navales Services), uno dei maggiori costruttori europei di naviglio.

Il progetto dei sottomarini è una versione convenzionale/A.i.p., che usa il sistema propulsivo francese Mesma, del “Barracuda”, il battello nucleare d’attacco attualmente in costruzione per la Marina francese. Grazie a quella tecnologia, può navigare in immersione per diversi giorni, divenendo di fatto un sottomarino (invece che semplicemente un sommergibile, come quelli che, impiegando tecnologie tradizionali, sono costretti ad emergere dopo alcune decine di ore). Lo “Shortfin Barracuda”, così è chiamato, avrà un dislocamento di 4.500 tonnellate e dovrebbe montare un sistema di combattimento americano.

La proposta francese ha battuto sia quella della tedesca Thyssen Krupp, sia, e soprattutto, quella avanzata dai giapponesi del consorzio Mitsubishi Hi e Kawasaki Sc, sostenuto strenuamente dal governo di Tokio.

Il fatto che i francesi abbiano vinto un simile contratto nell’area del Pacifico, e ancor di più che con ogni probabilità monteranno un sistema di combattimento a Stelle e Strisce, la dice tutta sul grado d’assonanza attuale fra Washington e Parigi, sideralmente lontano dai tempi di De Gaulle ma anche più recenti, e sul fatto che gli Usa, pur considerando il Giappone un alleato prezioso per contenere la Cina, non intendono permettere che assuma un ruolo troppo centrale nell’area.

Il contratto sarà perfezionato fra il 2016 e il 2017 per quanto attiene al primo lotto di sei battelli che andranno a sostituire altrettanti mezzi australiani ormai obsoleti. Successivamente, un secondo lotto raddoppierà le potenzialità subacquee della Royal Australian Navy (Ran).

L’imponente commessa è giudicata una risposta all’aggressiva espansione navale cinese, e fa parte della colossale corsa al riarmo innescata da Pechino in Estremo Oriente.

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