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Jihad islamico: Israele responsabile vita dei detenuti

Centinaia di palestinesi hanno eseguito la preghiera del Venerdì davanti alla sede della Croce Rossa a Gaza City, in solidarietà con i due prigionieri in sciopero della fame del Jihad islamico, Anas Shadeed e Ahmed Abu Fara.

Jihad islamicoDurante il sermone del Venerdì, il leader del movimento Jihad islamico, Khaled al-Batesh ha invitato il popolo palestinese della Cisgiordania alla rivolta contro le continue violazioni di Israele contro i prigionieri palestinesi. Egli ha anche invitato a mettere maggiore pressione sulle autorità di occupazione israeliane per liberare i due prigionieri in sciopero della fame.

Shadeed e Abu Fara sono determinati a continuare la loro protesta contro la politica di detenzione amministrativa di Israele fino alla loro libertà incondizionata.

Il Jihad ritiene le autorità israeliane responsabili della vita dei due prigionieri, alla luce del loro deterioramento di salute. “Se dovessero morire, Israele pagherà un prezzo altissimo”, ha aggiunto il leader anziano del Jihad islamico.

Egli ha anche invitato le fazioni palestinesi ad adottare una strategia nazionale basata sulla Resistenza. Al-Batesh ha sottolineato l’importanza del ruolo dei Paesi arabi e islamici nel sostenere la fermezza del popolo palestinese nella Gerusalemme occupata, Gaza e all’interno della Linea Verde. A questo proposito, ha invitato le nazioni arabe e islamiche a mostrare maggiore sostegno per il rilascio dei prigionieri palestinesi.

Ci sono attualmente sette prigionieri palestinesi in sciopero della fame nelle carceri israeliane in segno di protesta contro la politica di detenzione amministrativa di Israele, secondo cui centinaia di palestinesi sono detenuti senza accusa né processo.

Secondo l’associazione Addameer, settemila palestinesi sono attualmente detenuti nelle prigioni israeliane, 750 dei quali sono tenuti in detenzione amministrativa.

di Redazione

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