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Arbain, il viaggio indimenticabile

Mancano ancora pochi giorni ad Arbain, il tradizionale anniversario del 40esimo giorno della straziante tragedia di Ashura. Ciò significa che i nostri cuori sono rivolti verso Karbala in Iraq, verso il sacro santuario dell’Imam Husayn, nipote del Profeta Muhammad.

Prima dell’inizio della pandemia di Covid-19, in questi giorni, centinaia di migliaia di iraniani erano soliti attraversare il confine, ma quest’anno, a causa della pandemia, il numero di pellegrini iraniani è stato limitato a soli 60mila.

Forse alcuni di voi sono già partiti, visto che lunedì 27 settembre è il giorno di Arbain, ovvero il 40esimo giorno di commemorazione del capo dei martiri, Imam Husayn.

Anche quest’anno a Karbala sono attesi milioni di pellegrini iracheni. Molti stanno marciando a piedi, soprattutto da Najaf dopo aver visitato il santuario del Comandante dei fedeli, Imam Ali ibn Abi Taleb.
È il più grande raduno annuale del mondo e, nonostante le minacce della pandemia, dei terroristi e dei loro padroni senza Dio, il numero di pellegrini è in aumento. È una grande dimostrazione di devozione al nipote del profeta Maometto, tragicamente martirizzato da quelli che affermano spudoratamente di essere non solo musulmani, ma seguaci del sedicente califfo.

Possa Dio condannare gli yazidi di oggi, come i salafiti e i terroristi Takfiri, i regimi criminali di Arabia Saudita, Israele e Usa, e il regime della Nigeria che ha massacrato i propri cittadini per aver commemorato pacificamente il martirio dell’Imam Husayn.

di Redazione

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