Diritti UmaniMedio Oriente

Arabia Saudita, non si fermano le condanne a morte per minori

L’Arabia Saudita continua a emettere la pena di morte per i detenuti che sono stati arrestati e accusati da bambini, nonostante le ripetute assicurazioni del regno di aver fermato la pratica.

L’Organizzazione saudita europea per i diritti umani (ESHOR) ha nominato diversi bambini che stavano rischiando la pena di morte in seguito alle recenti sentenze dei tribunali sauditi. Citando l’intimidazione e l’oppressione contro i gruppi della società civile, il gruppo ha affermato di temere che il numero effettivo di casi fosse molto più alto.

Nel 2018 l’Arabia Saudita ha introdotto la legge sui minori, che prevede che per i reati commessi da minori che richiedono la pena di morte, i minori dovrebbero essere ammessi nei centri di detenzione per un periodo non superiore a 10 anni.

Tuttavia, il governo ha ritagliato delle eccezioni alla legge che chiarivano che la legge sui minori nel suo insieme non si applica in determinate circostanze. Nell’aprile 2020, l’Arabia Saudita ha introdotto un decreto reale che consente l’applicazione retroattiva delle disposizioni di legge. Secondo il diritto internazionale, i minori possono essere detenuti solo come ultima risorsa e per il periodo di tempo più breve e appropriato, ed è assolutamente vietato condannare a morte un minore.

Diritti umani in Arabia Saudita

Citando molte delle stesse persone che rischiano la pena di morte evidenziate dall’ESHOR, Diana Semaan, vicedirettore ad interim di Amnesty International per il Medio Oriente e il Nord Africa, ha dichiarato la scorsa settimana: “Condannare a morte le persone per crimini avvenuti quando erano minorenni è una chiara violazione del diritto internazionale sui diritti umani. Il re saudita Salman non dovrebbe ratificare queste condanne a morte e dovrebbe immediatamente fermare tutte le imminenti esecuzioni e ordinare nuovi processi che devono essere pienamente coerenti con gli standard internazionali di equo processo, senza ricorrere alla pena di morte”.

L’ESHOR afferma che l’Arabia Saudita ha giustiziato almeno 12 minori dal 2016, nonostante la condanna dei gruppi per i diritti umani. Secondo l’ESOHR, l’Arabia Saudita ha giustiziato 120 persone nei primi sei mesi del 2022, quasi il doppio del numero di persone messe a morte in tutto lo scorso anno, nonostante le sue promesse di ridurre la pena capitale. Queste evidenti violazioni dei diritti umani non “turbano” l’ipocrita Occidente. Per un fedele alleato come quello saudita si chiude un occhio, o forse entrambi.

di Redazione

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