Arabia Saudita, l’ingiustizia delle esecuzioni contro minorenni
di Federica Albano
Tre minorenni in Arabia Saudita sono in attesa di esecuzione capitale. Accusati di opposizione al Governo vittime di un sistema giudiziario spaventoso e terribilmente ingiusto. Domenica scorsa Human Rights Watch ha denunciato la condizione dei minori condannati in Arabia eppure Faisal bin Hassan Trad, ambasciatore saudita Onu, è stato eletto capo del Consiglio per i diritti umani. Inoltre i tre ragazzi, musulmani sciiti, potrebbero ricevere la loro condanna proprio a causa della loro appartenenza religiosa.
I condannati
Nel 2014 la Corte Penale Specializzata ha condannato Ali Mohammed al-Nimr, Dawood al-Marhoon e Abdullah al-Zaher, quest’ultimo solo quindicenne all’epoca dell’arresto (nel 2012). I ragazzi sono stati accusati di aver partecipato “a marce e raduni cantando slogan contro lo Stato e lanciando molotov contro la polizia”.
La condanna è stata formulata sulla base delle loro testimonianze, in seguito ritrattate poiché costretti a rilasciarle. Effettivamente secondo Hrw non sono state effettuate indagini e i ragazzi sarebbero stati torturati prima di confessare. Al-Nimr, uno dei condannati, è il nipote del leader sciita Nimr Baqir al-Nimr, giustiziato tre mesi fa.
L’Arabia Saudita è tristemente conosciuta per i suoi processi sommari, fatti di testimonianze falsate, indagini non eseguite o svolte arbitrariamente, persone informate sui fatti non ascoltate. Nel caso dei tre ragazzi, Human Rights Watch denuncia una spudorata violazione del giusto processo palesatasi in primis negando un avvocato ai ragazzi che ora potrebbero essere giustiziati da un momento all’altro. Le famiglie dei ragazzi hanno inoltre confessato che i tre imputati erano stati percossi e minacciati ma gli era stato promesso che, in cambio della firma della confessione, sarebbero stati rilasciati mentre in caso contrario sarebbero stati ulteriormente torturati.
La questione sciita
I ragazzi sono stati arrestati a seguito del loro presunto coinvolgimento nelle proteste anti-regime in Qatif, una regione della Provincia Orientale. Sarah Whitson di Hrw ha dichiarato che i processi iniqui ai danni dei musulmani sciiti sono all’ordine del giorno in Arabia Saudita, un vile mezzo usato dal Governo per mettere a tacere le richieste della popolazione contro le discriminazioni religiose. “Le autorità non dovrebbero però aggravare la loro posizione uccidendo minorenni” ha aggiunto la Whitson.
Faisal bin Hassan Trad
Negli ultimi dieci anni sono state centinaia le condanne a morte, tra i reati che la richiedono ci sono l’adulterio, la sodomia e l’omosessualità. Faisal bin Hassan Trad è ora a capo del Consiglio per i diritti umani Onu, una decisione che lascia attoniti alla luce delle esecuzioni di minorenni e dei bombardamenti in Yemen che proseguono indisturbati da un anno. Lapidazione, impiccagione, decapitazione il tutto avviene in pubblico, coloro che sfuggono alla condanna a morte sono costretti ai lavori forzati, in condizioni inumane senza cibo né acqua. Al-Nimr è stato condannato per aver dimostrato il suo dissenso nei confronti del Regime e questo banale diritto non può essere schiacciato dal peso di un’ingiusta condanna.