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Arabia Saudita, con bin Salman esecuzioni raddoppiate

Le esecuzioni in Arabia Saudita sono raddoppiate durante i primi otto mesi al potere del principe ereditario Mohammed bin Salman, secondo un nuovo rapporto del gruppo britannico per i diritti umani Reprieve.

bin-salmanIl gruppo inglese ha riferito che ci sono state 133 esecuzioni nel regno saudita tra giugno 2017 e marzo 2018, rispetto a solo 67 negli otto mesi precedenti. Tra quelli giustiziati c’erano decine di migranti che presumibilmente erano stati costretti a contrabbandare droghe. I lavoratori stranieri, per la maggior parte provenienti dall’Asia meridionale, erano tra le circa 150 esecuzioni in Arabia Saudita nel 2018, secondo il rapporto presentato da Reprieve.

Il movimento per i diritti umani ha dichiarato che ci sono state circa 700 esecuzioni in Arabia Saudita dal 2014. Quest’anno, ci sono state in media circa 13 esecuzioni al mese, anche se questo numero ha raggiunto il picco a luglio quando sono state condannate alla pena capitale 27 persone – incluse sette in un solo giorno. L’organizzazione senza scopo di lucro ha dichiarato che il regno saudita rimane tra i primi cinque Stati esecutivi del mondo.

Reprieve ha notato che quando è diventato principe ereditario, bin Salman ha dichiarato alla rivista Time che gli Stati Uniti stanno cercando di minimizzare le esecuzioni. “Se una persona uccide una persona, deve essere giustiziata nella nostra legge. Ma ci sono alcune aree in cui possiamo trasformarlo da esecuzione ad ergastolo”. Nonostante questo impegno, il numero di persone giustiziate è aumentato da quando è entrato in carica.

L’omicidio ad ottobre del giornalista dissidente saudita Jamal Khashoggi al consolato saudita di Istanbul “ha denunciato la brutalità dei governanti dell’Arabia Saudita nel mondo. Ora il regno deve essere tenuto in considerazione per il suo uso della pena di morte, in quanto prigionieri politici (soprattutto sciiti) e migranti economici attendono la lama del boia”, ha concluso il rapporto.

Violazione dei diritti umani in Arabia Saudita

In Arabia Saudita le esecuzioni capitali sono ormai una prassi usuale. Spesso avvengono in pubblico. Anche i diritti delle donne nel Paese sono solo una chimera: ancora oggi, in questo Paese, le donne non possono guidare l’automobile (la pena, in caso di violazione, sono dieci frustate), non possono aprire un conto corrente in banca, a loro è proibito lavorare nel settore petrolifero o anche solo avere un documento di riconoscimento (possono farlo solo se hanno il permesso di un uomo). Solo recentemente è stato concesso alle donne di votare e di candidarsi alle elezioni, ma con grosse limitazioni. Per non parlare di molte scelte di politica internazionale alquanto discutibili: dalla decisione dell’Arabia Saudita di bombardare presunti terroristi al di fuori del proprio territorio (e senza alcuna autorizzazione dell’Onu), all’aver fatto del commercio di armi una delle principali attività economiche del Paese.

di Giovanni Sorbello

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