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America ha toccato il fondo, ma non per attacco al Congresso

America – Con una religiosità mai vista in un Occidente laico, ripetendo come un mantra “tempio della democrazia”, i Tg italiani hanno dato notizia dell’attacco di rivoltosi sostenitori di Trump al Congresso, mentre era in corso il lavoro per certificare in maniera ufficiale la vittoria di Biden.

Riprendendo le parole dell’ex presidente Obama, “grande disonore e vergogna” per gli Stati Uniti, ma il punto più importante da capire, e che i media stanno cercando di celare, ponendo enfasi sul fatto che è stato attaccato il “tempio della democrazia” e “la democrazia più importante del mondo”, è che gli Stati Uniti non sono affatto quel faro di democrazia e libertà, e non solo da ieri, ma da un bel po’ di tempo.

Solo oggi i leaders europei esprimono “preoccupazione” per gli Stati Uniti e per la loro deriva, ma sinceramente la preoccupazione avrebbero dovuto averla da un bel pò.

Eravamo preoccupati un anno fa, quando “la presunta democrazia” ordinò l’assassinio di una autorità importantissima di una nazione indipendente in territorio iracheno. L’assassinio del generale Soleimani, ordinato da Trump, non era solo un sopruso all’Iran, ma una nuova fase dell’inbarbarimento del “tempio della democrazia”.

Non eravamo preoccupati, questo stesso anno, quando un uomo veniva ucciso brutalmente dalla polizia, solo perchè di colore?

I leaders europei dovevano preoccuparsi quando anni fa, un certo presidente, repubblicano pure lui, diede inizio alla stagione delle “guerre infinite”, alle “crociate”, attaccando prima l’Afghanistan, poi l’Iraq. I suoi successori democratici hanno proseguito con la Libia, e infine, nel periodo Trump, è stata attaccata, ma in maniera indiretta la Siria.

L’Occidente non si doveva preoccupare quando senza ragioni valide, gli Stati Uniti approvavano sanzioni contro oltre 50 nazioni al mondo?

“Democrazia” secondo l’America

Perché oggi 80 milioni di iraniani, decine di milioni di siriani, yemeniti, iracheni, cubani, venezuelani ed eccetera devono vivere con il cappio delle sanzioni? Ammesso e non concesso che i loro governi non siano ideali, quale autorità aveva l’America di affamare interi popoli? Insomma, tutto ciò non preoccupava? Preoccupa solo l’attacco, seppur spiacevole, a Capitol Hill?

Perché 100mila yemeniti morti, nella guerra avviata dall’Arabia Saudita col supporto dell’America, non valgono i quattro morti al Congresso Usa, che hanno indignato l’intero Occidente? Perché una quotidiana violazione dei diritti umani in Palestina, da 70 anni, non vale quanto un giorno di scontri al Congresso?

L’America ha toccato il fondo da quando l’esercito Usa allestì nell’Iraq occupato la prigione di Abu Ghraib, dove la soldatessa americana teneva al guinzaglio come un cane un prigionieri nudo, e si faceva fotografare come se avesse ottenuto un trofeo di caccia.

Sudditanza europea

I leaders europei, avrebbero dovuto esprimere la loro preoccupazione da quando venivano tenuti sotto scacco per tutto, con la loro economia tenuta come ostaggio. Il premier italiano, avrebbe dovuto esprimere preoccupazione, quando dinanzi a qualsiasi azione indipendente italiana, arriva la minaccia di un aumento dei dazi sul parmigiano e altri prodotti italiani in America; insomma, sanzioni velate.

È davvero doloroso che le istituzioni negli Usa, siano alle prese con uno scenario che loro stessi hanno “inventato” per attaccare nazioni a loro ostili. Quando in queste nazioni ci sono delle elezioni, gli americani hanno più volte cercato di alimentare il dubbio di “brogli” e poi innescare manifestazioni e scontri dei sostenitori del candidato sconfitto con le forze dell’ordine.

Per più di una ragione, gli Stati Uniti hanno toccato il fondo, ma non certo da ieri e per via dei fatti di ieri. Anche perché quello attaccato ieri, non è mai stato “il tempio della democrazia”.

di Davood Abbasi

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