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Gaza, carri armati israeliani travolgono civili palestinesi

Soldati israeliani hanno ucciso civili palestinesi a Gaza investendoli con carri armati e veicoli blindati, afferma un rapporto dell‘Osservatorio Euro-Med per i diritti umani.

Il 23 gennaio, un carro armato israeliano ha investito membri della famiglia Ghannam mentre dormivano in una roulotte nella zona delle Taiba Towers di Khan Yunis. L’attacco ha provocato la morte del padre e della figlia maggiore, mentre i restanti tre figli e la moglie sono rimasti feriti. L’incidente è stato confermato dalla figlia di 13 anni, Amina, che ha dichiarato che suo padre e sua sorella maggiore sono stati uccisi quando i carri armati sono passati ripetutamente sulla roulotte dove la famiglia stava dormendo.

Investire i palestinesi con veicoli pesanti è una tecnica impiegata dalle forze sioniste dall’inizio della guerra a Gaza. Euro-Med ha documentato il 16 dicembre scorso, bulldozer e carri armati che schiacciavano palestinesi sfollati nelle loro tende nel cortile dell’ospedale Kamal Adwan. Le immagini dei corpi schiacciati sulla scena mostravano chiaramente segni compatibili con l’essere stati investiti da un veicolo blindato.

Una donna ha dichiarato a Euro-Med di essere rimasta scioccata quando un carro armato ha improvvisamente investito la tenda dove la sua famiglia aveva cercato rifugio. La famiglia è sopravvissuta all’attacco del 20 febbraio, vicino alla costa di Khan Yunis.

A Gaza hanno ucciso l’umanità

La settimana scorsa, Ramy Abdu, presidente del gruppo per i diritti umani, ha dichiarato all’agenzia a MEE di ritenere che centinaia di palestinesi siano stati investiti dai carri armati israeliani.
La maggior parte, ha aggiunto, si trovava nel nord di Gaza, in luoghi come Beit Lahia, Beit Hanoun e Zeitoun, così come lungo la strada costiera al-Rasheed che i palestinesi hanno utilizzato per fuggire.

“Gli stessi leader israeliani hanno adottato una strategia di demonizzazione e disumanizzazione dei palestinesi, il che significa che è consentito persino bruciarli vivi. Anche i soldati israeliani sono in competizione tra loro per pubblicare storie sui social media sul livello di brutalità a cui sono disposti. In una dichiarazione, Euro-Med ha espresso “profonda preoccupazione per l’operato del procuratore della Corte penale internazionale riguardo al genocidio che ha avuto luogo nel Paese”.

di Redazione

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