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Adolescenti, un problema senza apparente soluzione

Adolescenti – Ha fatto scalpore quanto successo ad Abbiategrasso, dove uno studente di 16 anni ha ferito con un coltello la professoressa. Aveva con sé una pistola rivelatasi fortunatamente innocua in quanto a salve. Roba da “Bowling a Columbine”, come testimoniato dal crudo documentario di Micheal Moore. 

Cosa succede agli adolescenti?

La violenza sugli insegnanti, gli atti di bullismo e i gesti di autolesionismo non sono nuovi ma, questo sì, sono aumentati dopo il periodo pandemico che, nei fatti, ha messo in maggiore crisi chi è più fragile come gli adolescenti appunto. Depressione e stati d’ansia sono esplosi non appena si è tornati a scuola, un’istituzione che durante la pandemia aveva dimostrato, così come la sanità, tutte le sue crepe e fragilità tra finestre aperte a dicembre e fantomatici banchi con le rotelle che hanno finito la loro vita nei depositi.

Una scuola senza autorevolezza

La scuola, con il suo corpo insegnanti bistrattato, mal pagato e purtroppo in molti casi demotivato, ha perso sempre più autorevolezza, dimostrandosi lontana dai reali bisogni degli adolescenti e del tutto ignara dei problemi dell’età evolutiva. Se a perdere autorevolezza è la scuola non si può dire diversamente della famiglia, altra istituzione ormai allo sbando con genitori immaturi, sordi, capaci solo di prendere le difese a prescindere dei figli incolpando, per gli insuccessi o i cattivi voti, gli insegnanti.

Mancano i servizi

Se la scuola arranca e la famiglia latita, un ulteriore problema è la mancanza dei servizi di sostegno e supporto psicologico. Ma non solo: la stessa scuola dalle primarie sino alle medie inferiori, non rispetta la biologia e psicologia dell’età evolutiva. Servirebbe altro, servirebbe una riforma dove la scuola primaria sarebbe di 7/8 anni e successivamente l’avvio di un altro iter scolastico. Mancano, in sostanza, le competenze nella psicologia e nella pedagogia. Senza queste è come costruire una casa senza pilastri.

Eppure uno sforzo è stato fatto anche se nei risultati blando. Il problema, come sempre accade in Italia, è che si rende difficile il facile passando attraverso le pastoie dell’inutile. Sì perché, è il caso delle scuole medie, lo psicologo deve avvisare i genitori nel caso un alunno richiedesse il suo aiuto. Nei casi gravi deve chiedere l’autorizzazione al magistrato perché il minore può essere trattato da uno psicologo solo se entrambi i genitori firmano il consenso.

Nella famiglia di oggi manca la maturità, manca l’adulto che si differenzia dal figlio per valori, idee e comportamenti. La differenza tra un adolescente e il suo genitore, ormai, è solamente una differenza anagrafica e il problema sta tutto lì, ripercuotendosi poi su tutto il resto.

di Sebastiano Lo Monaco

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