A Bruxelles i negoziati sul Ttip
Si è conclusa il 26 febbraio a Bruxelles, la 12^ sessione di negoziati sul Ttip; tra i punti più controversi la liberalizzazione indiscriminata del commercio dei prodotti agricoli, coltivati in Usa secondo procedure assai diverse e meno sicure che in Europa; la protezione dei consumatori da standard produttivi assai più blandi; il sistema di etichettatura europeo a tutela dei prodotti a marchio protetto (Dop, Igp, etc.), per distinguerne la specifica qualità.
Attivisti di Greenpeace hanno bloccato l’accesso della sede dei negoziati, per protestare contro un accordo che è una minaccia per l’ambiente, per gli standard di sicurezza alimentare e le condizioni dei lavoratori.
Il blocco dei paesi del Nord preme per l’accordo, con la scusa bugiarda che rilancerebbe l’economia e creerebbe lavoro; nella realtà, le uniche ad averne vantaggio sarebbero le multinazionali.
Le cosiddette barriere commerciali denunciate dai sostenitori del Ttip, sono nei fatti protocolli di sicurezza e legislazioni in campo alimentare e del lavoro faticosamente costruite a difesa da pesticidi, Ogm, sfruttamento e della sicurezza e qualità dei cibi; indebolirli o metterli da parte in nome di una libera circolazione di merci prive di garanzie, significa solo massimizzare il profitto delle multinazionali a scapito dei diritti dei cittadini. E il fatto che le discussioni si tengano rigorosamente a porte chiuse la dice tutta sul loro contenuto.
I negoziati, su cui gravano fortissime le pressioni Usa, dovrebbero finire l’anno prossimo.