Resistenza più forte dopo l’assassinio di Soleimani
Il capo della magistratura iraniana, Sayyed Ebrahim Raeisi, ha affermato che l’assassinio del massimo comandante, tenente generale Qassem Soleimani, ha reso l’Asse della Resistenza più forte che mai.
“Il martire Soleimani era una figura influente nella regione e il nemico pensava che, assassinandolo, il suo percorso si sarebbe fermato e l’Asse della Resistenza sarebbe crollato”, ha dichiarato domenica sera Sayyed Ebrahim Raeisi durante un’intervista alla Tv libanese Al-Manar, nel primo anniversario del martirio del generale Soleimani e del secondo in comando delle Forze di mobilitazione popolari irachene, Abu Mahdi al-Muhandis, assassinati il 3 gennaio 2020 all’aeroporto internazionale di Baghdad durante un attacco terroristico americano.
“Tuttavia, il martirio del comandante iraniano ha reso il movimento di Resistenza, ancora più forte che mai”, ha sottolineato Raeisi. L’alto funzionario iraniano ha aggiunto che il generale Soleimani è stato il comandante dei cuori ed è nei cuori di tutte le persone nella regione. Il vile assassinio è stato compiuto dal regime degli Stati Uniti in un Paese terzo, mentre il generale era ospite del primo iracheno ministro.
“Quello che è successo è un crimine contro il diritto internazionale. Coloro che hanno ordinato e compiuto questo crimine sono colpevoli, e il loro perseguimento non sarà fermato, che Trump sia o meno il presidente degli Stati Uniti”, ha sottolineato Raeisi.
Il capo della magistratura iraniana ha espresso rammarico per il fatto che, a causa del governo del sistema egemonico nel mondo di oggi, non esiste una Corte di giustizia internazionale equa per perseguire tali casi penali, ma ha sottolineato che la magistratura iraniana seguirà il caso con fermezza.
di Redazione