Evangelici hanno ancora fede in Trump?
I Cristiani evangelici sono stati tra i più accesi sostenitori del presidente Trump nelle elezioni presidenziali negli Stati Uniti del 2016, divenendo una forza dominante nel partito repubblicano. Alle soglie delle elezioni del 3 novembre continueranno a dare il loro voto a Trump, influenzando il discorso nazionale in modo potente?
Come gli evangelici hanno rimodellato le elezioni unendo la religione alla politica
I cristiani evangelici sono diventati una forza così dominante nel partito repubblicano, che è difficile immaginare un momento in cui non siano stati politicamente impegnati. Ma fu solo a metà degli anni ’70 che iniziarono ad organizzarsi. Non fu un repubblicano a farli iniziare, ma un democratico, Jimmy Carter. La candidatura presidenziale del 1976 di Carter mise la sua fede sotto i riflettori nazionali quando si identificò come un cristiano rinato. Quella frase risuonò tra gli elettori evangelici, lieti di sentire un candidato alla presidenza parlare apertamente della sua fede. I loro voti giocarono un ruolo chiave nella vittoria di Carter.
Quell’alleanza però fu di breve durata. Molti elettori evangelici trovarono le politiche del presidente Carter troppo liberali e spostarono il loro sostegno a predicatori conservatori, come il reverendo Jerry Falwell, che sosteneva i cosiddetti valori familiari opponendosi all’aborto e ai diritti dei gay. Falwell guidò la crescita del televangelismo, trasformando i suoi milioni di spettatori nella maggioranza morale. Una forza che portò Ronald Reagan alla Casa Bianca nel 1980, continuando il suo appoggio col figlio Jerry Falwell Jr fino a Trump.
Politica interna di Trump: “Copertura religiosa per lo squallore morale”
Da allora, gli evangelici hanno svolto un ruolo dominante nell’ascesa dei repubblicani conservatori e sono un pilastro nella base politica di Donald Trump, che ha superato l’80% nelle elezioni del 2016, facendo meglio di Bush, che parlò apertamente della sua rinascita attraverso Gesù. Certo, Trump non rappresenta un vaso assolutamente plausibile per le aspirazioni evangeliche tanto che qualcuno ha accusato l’evangelico Jerry Falwell Jr di aver fornito “copertura religiosa per lo squallore morale”. In cambio dell’appoggio evangelico Trump inizialmente formò il suo governo con evangelici tra cui il vicepresidente Mike Pence, il segretario all’istruzione Betsy DeVos e il segretario per l’edilizia e lo sviluppo urbano Ben Carson.
Trump ha perseguito poi politiche che hanno attirato l’attenzione della comunità conservatrice di destra. La maggior parte dei cristiani evangelici si oppone al divorzio, al matrimonio tra persone dello stesso sesso e all’aborto. Vogliono assicurarsi che l’America rimanga una nazione cristiana, motivo per cui gli evangelici si oppongono a politiche di immigrazione aperte, specialmente per i musulmani e le persone di colore. Chiedono anche una Corte Suprema conservatrice per proteggere questi ideali. In questi anni, Trump ha eletto giudici conservatori vicini agli evangelici, tra cui il giudice Neil Gorsuch e il giudice Brett Kavanaugh, per servire presso la Corte Suprema degli Stati Uniti. Ora, con la morte di un altro giudice della Corte Suprema, è possibile per Trump scegliere un terzo giudice conservatore.
“America e Israele uniti per sempre”, predica il pastore evangelico Hagee
Un’altra carta in tasca a Trump per riconquistare il voto evangelico è l’alleanza con il regime israeliano. La mossa più grande di Trump verso Israele è stata il trasferimento dell’ambasciata degli Stati Uniti a Gerusalemme durante il suo mandato, obiettivo primario non solo di Trump ma di un leader filo-israeliano di destra come Sheldom Adelson, principale finanziatore di Trump e dei cristiani evangelici. Gli Stati Uniti hanno molti motivi per supportare Israele e uno di questi è rappresentato dalle lobby pro-Israele, le cui due più grandi organizzazioni sono l’Aipac e i Cufi, i sionisti cristiani. Tutti e due i gruppi credono che il ritorno degli ebrei in Terra Santa sia conforme con la profezia biblica. Israele ha bisogno di molte donazioni di denaro e armi. Anche gli evangelici finanziano quello che Israele chiama “aliyah”, temine usato per l’immigrazione degli ebrei alla terra di Israele.
Trump si rivolge agli evangelici
Ancora una volta, Trump si è rivolto agli evangelici alla nomina presidenziale repubblicana il 28 agosto. “In queste elezioni determineremo se difendiamo lo stile di vita americano o se permetteremo a un movimento radicale di distruggerlo completamente”, ha sottolineato Trump. Gli evangelici credono che il movimento per i diritti civili, il movimento di liberazione delle donne, le proteste contro la guerra e la legalizzazione dell’omosessualità abbiano minato i valori religiosi.
Gli evangelici bianchi continueranno a influenzare il discorso nazionale in modo così potente? Forse. Ma la marea demografica sembrerebbe lavorare contro di loro. Una coorte più giovane di cristiani evangelici è sempre più nera e latina, assomigliano ad altri giovani americani e non condividono automaticamente le idee degli anziani: ostilità al matrimonio tra persne dello stesso sesso, all’aborto o ai diritti dei gay e dei transessuali. Staremo a vedere.
di Cristina Amoroso