Libia, nessuna Resistenza degna di questo nome
Libia – I cosiddetti “ribelli” libici sono una massa disparata, dove tutti pensano solo al proprio vantaggio. Tra i “rivoluzionari” non vi è alcun movimento, organizzazione o partito con una chiara ideologia (per esempio Hamas, Hezbollah, Ansarullah) o forze politiche islamiche locali unite in una coalizione con obiettivi chiari (ad esempio, il Fronte islamico di salvezza in Algeria nei primi anni ’90). I “ribelli” libici non sono stati in grado di formare idee attraenti anche per la propria società, quindi perché qualcuno dovrebbe essere interessato alle azioni del progetto Nato del Cnt (Consiglio nazionale di transizione)?.
Russia e Paesi islamici
Il Cremlino ha esperienza di collaborazione con “l’Islam politico”, un’alleanza con l’Iran e i suoi alleati, il sostegno ad Hamas, gli incontri con il defunto Morsi e una svolta nelle relazioni con i talebani. Tutto ciò suggerisce che Mosca ha cercato di mantenersi al passo con i tempi, quindi ha bisogno della propria componente islamica nazionale, che potrebbe aiutare a stabilire contatti con il mondo islamico. I musulmani in Russia sono il segmento più apolitico della popolazione. La maggioranza assoluta dei musulmani russi è indifferente anche al proprio destino, e ancora di più è indifferente a ciò che sta accadendo nell’Ummah (Comunità islamica). Molte persone praticano l’Islam come un insieme di azioni rituali e non hanno bisogno di altro.
Il ruolo della Russia in Libia
Se Mosca riceve garanzie da Ankara che la presenza islamica nel governo libico non avrà un impatto negativo sulla Russia, i sauditi e gli Emirati saranno rapidamente messi da parte e affronteranno un’altra pesante battuta d’arresto. La presenza russa in Libia ha due principali obiettivi: indebolire la posizione americana nella regione e partecipare alla spartizione della “torta” (gas e petrolio). Per questo motivo, il Cremlino è aperto al dialogo sia con Haftar e con il Gna. Per quanto riguarda la Turchia, in Libia, Erdogan risolve esclusivamente i propri problemi relativi alle classificazioni e agli intrighi politici contro gli avversari. E non dimenticare che la Turchia è un membro della Nato, il che significa che tutte le sue politiche sono ancora nelle mani di Washington.
di Yahya Sorbello