Pulizia etnica contro musulmani indiani
I media internazionali, impegnati a fomentare paure e false notizie riguardo il Coronavirus, hanno del tutto ignorato una vera e propria pulizia etnica contro i musulmani in atto in India. A tal proposito, il parlamentare iraniano, Ali Larijani, ha espresso questa mattina preoccupazione per le violenze in corso contro i musulmani in India, chiedendo al regime di Nuova Delhi di risolvere il problema attraverso il dialogo.
“L’India è stata la terra di vari gruppi etnici, lingue, religioni e culture e il verificarsi di tali problemi non è compatibile con lo spirito della cultura e della civiltà indiana”, ha dichiarato Ali Larijani.
La nuova legge sulla cittadinanza viene interpretata nel senso di imporre alcune limitazioni ai musulmani e questo ha causato forti preoccupazioni e tensioni. “I musulmani fanno parte della cultura e della società indiana e svolgono un ruolo nello sviluppo del Paese. Ci aspettiamo che il governo indiano utilizzi tutte le capacità e le opportunità per porre fine agli scontri e risolvere le differenze pacificamente”, ha osservato Larijani.
A dicembre, il parlamento indiano ha approvato una legge che accelera la cittadinanza per le minoranze non musulmane perseguitate dai Paesi vicini. Più di 40 persone sono state uccise la scorsa settimana a Nuova Delhi a causa della violenza settaria scatenata dalla legge sulla cittadinanza. Gli esperti avvertono che la legge potrebbe in definitiva portare all’espulsione o alla detenzione e contribuisce all’emarginazione.
Zarif condanna pulizia etnica contro musulmani in India
Il ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, ha condannato gli scontri in un tweet. “L’Iran condanna l’ondata di violenza organizzata contro i musulmani indiani. Per secoli, l’Iran è stato un amico dell’India. Esortiamo le autorità indiane a garantire il benessere di tutti gli indiani e a non far prevalere i criminali insensati. La strada da percorrere è il dialogo pacifico e lo stato di diritto”, ha scritto il 2 marzo, portando alla convocazione dell’ambasciatore iraniano in India.
di Yahya Sorbello