Anticorruzione: Governo battuto alla Camera
Sul Ddl anticorruzione il Governo è stato battuto alla Camera durante il voto segreto su un emendamento riguardante il peculato, firmato da un ex M5S, l’on. Catiello Vitiello, espulso durante la campagna elettorale per i suoi trascorsi da massone. 284 i favorevoli, 239 i contrari e 36 i franchi tiratori, che hanno determinato la sconfitta del Governo del Cambiamento su un emendamento che mira ad impedirlo il cambiamento degli impuniti e dei corrotti. Si tratta infatti di una ridefinizione restrittiva del peculato, che ne rimodella e ammorbidisce i tratti, assieme a quelli dell’abuso d’ufficio.
Spiega lo stesso Vitiello che l’emendamento che porta la sua firma ”prevede una forma aggravata di abuso d’ufficio laddove c’è una distrazione che non configura però peculato. Per quanto riguarda la prescrizione si applicano quindi le regole dell’abuso di ufficio”.
Una sconfitta della quale sono stati subito accusati i leghisti, che avevano dato vari segnali ed avvertimenti in tal senso, soprattutto ai partner/nemici pentastellati. Tuttavia, il capogruppo della Lega, Riccardo Molinari, si smarca rigettando ogni accusa e chiedendo di rivolgere le attenzioni a coloro che avevano aspramente criticato il decreto Sicurezza, ossia i deputati più vicini al presidente della Camera, Roberto Fico.
Il vicepremier Salvini è tempestivamente intervenuto nel suo consueto stile arrembante, parlando di “votazione bislacca”. Un “incidente di percorso” che non avrà altro effetto se non quello di accelerare l’approvazione del disegno di legge anticorruzione.
Non ha tempo il nostro ministro dell’Interno per individuare i colpevoli di un’empasse politica che se dovesse avere incidenze legislative definitive, finirebbe guarda caso, per favorire anche gli interessi della Lega, coinvolta fino al collo in faccende giudiziarie riguardanti direttamente il peculato e l’abuso d’ufficio.
Salvini dichiara di avere tempo solo per risolvere i problemi e non queste quisquilie, che però rischiano di minare seriamente la maggioranza, il contratto di Governo ed il cambiamento auspicato, agognato, ma per adesso soltanto sospirato. E se la prende anche con il voto segreto, che per lui andrebbe vietato, perché rappresenta un modo per qualcuno di “giocare a fare i bambini che schiacciano i bottoni”. Una bella seccatura, visto che i voti segreti da affrontare saranno altri 43, su circa 300 emendamenti.
Il premier Conte, dopo un vertice con lo stesso Salvini e l’altro vice premier Di Maio, ha rassicurato tutti che si stanno approntando le misure per correggere il testo, emendamenti compresi, e che entro fine anno il Ddl sarà approvato in Senato nella sua forma originaria.
di Massimo Caruso