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Nave Diciotti, un teatrino tutto italiano

Della nave Diciotti se ne parla spesso e sempre per segnalare le macabre scelte politiche del ministro degli Interni che in rigurgito di machismo sta imponendo a 177 immigrati, diventati 155 visto che in un refolo di umanità ha lasciato sbarcare i minorenni presenti. Della nave Diciotti non si sa nulla se non che è una nave della Guardia Costiera italiana, che batte bandiera italiana, una nave militare, territorio italiano per tutti coloro che si trovano imbarcati su di essa.

nave-diciottiIl nome che tutti dovremmo imparare a conoscere è quello di Massimo Kothmeir che testimonia quanto vi sia di contaminazione e di migrazione in ognuno di noi. Il Capitano Kothmeier al contrario del ministro della propaganda leghista agisce nel silenzio, salva vite umane perché è il suo dovere, perché lui conosce le leggi del mare; non si è posto problemi la prima volta in cui alla nave Diciotti, nell’ennesimo paradosso italiano, le venne impedito di attraccare in un porto italiano, situazione che venne poi risolta dall’intervento del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Kothmeir non si è posto nessun problema nemmeno in questi giorni in cui la nave Diciotti è ferma nel porto di Catania con il suo carico di disperati che fuggono dall’Eritrea del regime di Isaia Afewerki che ha cancellato tutti i diritti civili, costringendo una popolazione alla fuga per cercare un futuro che abbia una qualche dignità. Dignità che il ministro Salvini sta in tutti i modi calpestando tendo sotto sequestro 150 persone.

Non è un eufemismo definire i migranti sotto sequestro, ma sono le parole che il procuratore di Agrigento ha pronunciato subito dopo aver messo piede sulla nave ed essersi reso conto delle condizioni in cui versano questi disperati. Sotto il profilo costituzionale l’articolo 13 afferma che la libertà personale può essere limitata solo nei casi previsti dalla legge e con un atto motivato dall’autorità giudiziaria, cosa che non può fare Salvini ma che spetta ad un magistrato compiere visto che viene impedito di lasciare la nave che è territorio italiano. Quindi non si tratta di impedire l’accesso in Italia, visto che i migranti si trovano già sul suolo italiano, l’unico atto che si potrebbe compiere se ve ne fossero gli estremi sarebbe quello dell’espulsione, ma anche qui bisogna vedere che non si crei contrasto con le norme internazionali sul diritto all’asilo.

A fare da controcanto alle dichiarazioni decisioniste di Salvini vi sono quelle del presidente della Camera, Roberto Fico, alla quale non è andato giù il tweet machista del ministro dell’Interno in cui ha affermato: “Tu fai il presidente della Camera, io il ministro dell’Interno”, Non contento di aver imbeccato la terza carica dello stato, il leghista ha sfidato pure il Presidente della Repubblica Mattarella ed il sempre silente Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che ad oggi risulta non pervenuto.

Sulla nave Diciotti e sulla pelle di 150 disperati si sta giocando un braccio di ferro che vede un ministro assunto a ruolo di factotum in un governo che non ha né capo né coda, un braccio di ferro che non viene però giocato sui tavoli che contano ma tutto all’interno di una nazione che sta vivendo una delle estati più tragiche degli ultimi anni.

La ricerca di un consenso ha messo in movimento delle dinamiche che possono contare, forse, qualcosa nella politica interna, ma che difficilmente riusciranno a scalfire le sordità europee che non è esente da colpe. Quello che resta di questa meschina realtà è un Paese incapace di avere una degna linea politica e la vergognosa scena che si sta vivendo sulla banchina del porto di Catania.

di Sebastiano Lo Monaco

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